Di questo e altro abbiamo parlato con Andrea Cerrato, presidente della Federazione Consorzi Incoming Turismo in regione: quando il Covid lascia anche «cose buone» per il nostro territorio

Di questo e altro abbiamo parlato con Andrea Cerrato, presidente della Federazione Consorzi Incoming Turismo in regione: quando il Covid lascia anche «cose buone» per il nostro territorio
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Sono oltre 40 mila i coupon venduti di «Sei nostro ospite 2 notti su 3», la campagna RipartiPiemonte voluta dalla Regione in collaborazione con i Consorzi e le Agenzie Turistiche locali, che hanno portato sul territorio più di 345.000 presenze e una ricaduta di oltre 48 milioni di euro.

Una buona iniziativa, l’unica in Italia in questo genere e che la Sicilia sta provando ora a imitare, che ha messo d’accordo turisti e albergatori, tanto da rinnovarla ancora nei prossimi mesi.

A sostenerlo è anche Andrea Cerrato, presidente della Federazione Consorzi Turistici Piemonte Incoming, che raggruppa i Consorzi di Alto Piemonte Turismo, Lago Maggiore Holiday, Turistici Conitours, Asti e Monferrato – Sistema Monferrato, Valli del Canavese, Valli di Lanzo, Piccole Strutture Ricettive di Langhe Monferrato e Roero, Bardonecchia, Alpi Biellesi, Biella Accoglie, Fortour, Incoming Experience, Langhe Monferrato e Roero, Terre di Fausto Coppi, Valle Maira. Parliamo con lui del turismo nella nostra regione in tempo di pandemia e del cambiamento che, nonostante tutto, ci ha insegnato qualcosa di utile.

I Voucher Vacanza hanno davvero salvato l’estate?

«È stata un’operazione che ha avuto un grande successo, lo confermano tutti e 15 i Consorzi che rappresento come Federazione. I numeri sono altissimi e in molti si avvicinano all’esaurimento budget. La Regione ha messo a disposizione un nuovo budget 2021, che potremo utilizzare a partire dalle prossime settimane e che permetterà il proseguo dell’operazione. Sottolineiamo però che questo non ha risollevato le sorti del turismo 2020, perché i dati sono chiari: abbiamo registrato -50% dei flussi turistici, ma è comunque stata una boccata di ossigeno per le attività. Ogni voucher metteva a disposizione un minimo di tre notti, a usufruirne sono state mediamente due persone a voucher, si generano numeri interessanti. A fronte di un investimento di 5 milioni di euro, si stima una ricaduta di oltre 48 sull’indotto. Questo fa riflettere sulla bontà di un’iniziativa di commistione pubblico-privato, la prima e la sola in Italia. È partito un progetto analogo in Sicilia, sulla falsa riga di questo nostro successo. Ci auguriamo che il tutto finisca quest’anno, perché il turismo si riprenderebbe, ma resterà una buona base di ragionamento per altre iniziative comuni tra Regione e Consorzi».

Perché tanto successo?

«Perché l’iniziativa piemontese è stato un aiuto concreto per le aziende, in quanto il voucher costituiva un pagamento per le camere di alberghi e agriturismi, mentre altre iniziative statali si basavano sul credito di imposta».

Quali sono state le zone del Piemonte più richieste?

«Le montagne cuneesi, le Langhe, il Monferrato ma anche i laghi. A patire di più, invece, sono state le città, in quanto sono mancati i grandi eventi e le mostre, assenze che sono andate a sommarsi con la paura del contagio e della folla. Aver riscoperto il mercato italiano ha fatto focalizzare l’attenzione sul progetto ViA(E), dai Navigli alla Provenza, avviato nel 2019 da Sistema Monferrato e Alexala, che ha messo in rete 350 soggetti pubblici e privati della filiera turistica tra Lombardia, Piemonte e Liguria. Il lavoro di comunicazione dei territori si sta sviluppando anche tra i Consorzi di Torino, Cuneo, Biella. È il progetto interregionale più importante degli ultimi anni, presentato nei giorni scorsi anche a Genova, che coivolge anche 63 agenzie di viaggio che commercializzano le proposte. Ci vorranno due anni per tornare ai livelli turistici del 2019, ma dopo lo smarrimento iniziale stiamo già passando all’attacco con proposte concrete.

Ma le zone di ombra ci sono: una delle vittime del Covid è stata la montagna sciistica in Piemonte.

«È stata dimezzata la stagione 2020 e annullata quella del 2021. Per questo i Consorzi stanno chiedendo alla Regione di prorogare i voucher a giugno 2022. La montagna però è stata bravissima a migliorare l’offerta estiva, nonostante la penalizzazione degli impianti sciistici: c’è stato il boom dei borghi e delle località di montagna, sostenibili, green, ricche di benessere e sicurezza».

Avete segnalazione di imprese ricettive che, causa Covid, non riapriranno più?

«Sì: aziende che avevano già problemi sul finire del 2019, e che la crisi del 2020 ne segnerà la chiusura. Bisogna aspettare i mesi di giugno e luglio per capire realisticamente quali saranno le chiusure definitive».

Cosa ci lascerà questa esperienza?

«I Voucher Vacanza, oltre ad essere turistica è stata un’esperienza culturale: Lombardia e Liguria, i maggiori flussi in entrata, hanno scelto il Piemonte per le condizioni che permettevano un viaggio limitato. Alcune aziende, come gli agriturismi di collina o montagna, hanno registrato addirittura una percentuale di presenze maggiore sul 2019: le strutture con piscine, spa o wifi in molti casi hanno registrato il tutto esaurito. Abbiamo imparato che il turista italiano non va snobbato, anche se gli stranieri spendono di più. Il turista di prossimità, e in genere quello italiano, ha la possibilità, viaggiando in auto, di fare molti più acquisti. Anche le aziende agricole hanno fidelizzato clienti che hanno ripetuto le esperienze di acquisto nell’arco dell’anno».

A sette anni dal riconoscimento Unesco, c’è stata davvero la svolta che si attendeva?

«C’è stata, ma il 2020 non va preso in considerazione. È difficile misurare in termini percentuali la ricaduta del riconoscimento per le nostre colline, ma sicuramente è iniziato un percorso di identità sul territorio: tanti comuni hanno migliorato la logistica, l’accoglienza, la bellezza dei propri abitati. Borghi e comunità, insieme, hanno creduto in un percorso di partecipazione».

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