Dopo il Covid-19, rischio usura? ALLARME La crisi economica potrebbe avere conseguenze di indebitamento

Dopo il Covid-19, rischio usura? ALLARME La crisi economica potrebbe avere conseguenze di indebitamento
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È il sovraindebitamento dei cittadini una delle conseguenze più preoccupanti del periodo di crisi economica che stiamo vivendo e che si realizzerà, nella sua concretezza, nei mesi a venire. Tanto che in Regione già si pensa a come intervenire per scongiurare il rischio di cadere nel circuito dell'usura.

«La grave crisi di liquidità causata dall’emergenza Covid-19 è un terreno che anche in Piemonte potrebbe rivelarsi fertile per gli usurai» spiega il consigliere delegato all’Osservatorio Usura e Sovraindebitamento del Consiglio Regionale, Gianluca Gavazza.

«Tale attività potrebbe essere praticata in modo indiscriminato anche dalle organizzazioni mafiose che sfruttano questi difficili momenti», aggiunge, e Libera Piemonte – membro dell'Osservatorio regionale – afferma: «Il Piemonte è storicamente terra di infiltrazione mafiosa. Negli ultimi decenni decine di inchieste e processi hanno testimoniato il radicamento e la pervasività delle organizzazioni criminali nel nostro territorio. Ma per lungo tempo il fenomeno è stato sottovalutato, dando alle mafie un grande vantaggio».

«La preoccupazione è forte – spiega il consigliere delegato regionale Giorgio Bertola – perché le spese corrono per molti, ma gli incassi molto spesso sono venuti a mancare. In questo senso, ritengo fondamentale e opportuna la decisione del governo nazionale, di garantire crediti sino a 400 miliardi per le imprese italiane, siano esse micro, piccole, medie o grandi aziende. Come Osservatorio chiediamo che i casi siano tempestivamente segnalati a noi e alle Forze dell’ordine».

«Purtroppo – obietta Gavazza – nel constatare le difficoltà di erogazione dei finanziamenti previsti dal Governo, le mafie arriveranno prima dallo Stato. Sino a oggi le imprese (a tutti i livelli) non hanno alcuna garanzia di ricevere i finanziamenti in tempo utile per il riavvio della loro attività. Si dovranno attendere due mesi tra presentazione delle domande, verifiche e assensi da parte dei soggetti erogatori. L’unica soluzione per contrastare l’intromissione di entità sospette è un’accelerazione dei tempi di erogazione. Il rischio è che se i titolari di partita Iva non riceveranno immediate garanzie dallo Stato sui tempi di erogazione, diventeranno facili prede, essendo ancora più vulnerabili di quanto non lo fossero già».

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