Dovetta: «Non sarò io a guidare il Parco Ma ci vuole un presidente per ripartire» «i tempi ormai sono scaduti, non accetterei una nomina adesso»
Silvano Dovetta, sindaco di Venasca e presidente dell’Unione dei Comuni della valle Varaita, dopo un lungo periodo di quarantena, è ritornato pienamente operativo. Il doppio tampone che ha certificato le sue buone condizioni di salute, è arrivato nel momento in cui il suo nome è stato tirato in ballo come possibile commissario-presidente del Parco del Monviso.
Lo abbiamo interpellato per sentire da lui come stanno le cose.
Lei, con altri sei, un anno fa aveva presentato domanda per la presidenza del Parco. Dopo un lungo silenzio, il suo nome è tornato a fare capolino. Che cosa le hanno proposto dalla Regione?
«Per la verità nessuno mi ha cercato e se anche succedesse risponderei che non sono più disponibile ad assumere alcun ruolo, né di commissario, né di presidente».
Perché?
«È trascorso un anno e il Parco, in sostanza, è già stato commissariato in questo periodo. Ringrazio coloro che mi hanno sostenuto manifestando fiducia nei miei confronti, ma oggi, per me, si tratta di una pagina chiusa».
Ha qualche suggerimento di dare al presidente Cirio?
«Non mi permetterei di fare nomi. Sul piano istituzionale dico invece che è stato un errore aver lasciato il Parco privo di una guida. La Regione deve decidere. Chiunque arriverà avrà davanti solo quattro anni e pertanto sarà complicato avviare una programmazione, a maggior ragione considerando le difficoltà che l’emergenza coronavirus ha portato con sé».
Per la verità un presidente c’è, visto che è rimasto in carica Gianfranco Marengo…
«Non ho nulla da eccepire nei confronti di Marengo, ma credo che lui e il cda, per forza di cose, non abbiano potuto andare oltre l’ordinaria amministrazione. Mi permetto una postilla che mi fa tornare indietro di qualche anno. Quando Chiamparino vinse le elezioni regionali, il neo consigliere Pd Paolo Allemano venne a trovarmi facendomi i complimenti per come avevo gestito il Parco, in particolare sulla questione del Mab Unesco. Poi aggiunse: “Capisci però che il tuo successore dovrà essere in sintonia col nuovo corso della maggioranza regionale”. Non mi scandalizzai perché non ero più un ragazzino e avevo imparato le dinamiche della politica».
Quindi ritiene impensabile una riconferma di Marengo?
«Non tocca a me dirlo. Mi pare di aver colto che gli intendimenti della maggioranza regionale non siano questi, ma non ne so davvero di più».
Come mai il territorio non è riuscito ad esprimere un’indicazione condivisa?
«Certo la divisione determinatasi tra gli amministratori di pianura e quelli di montagna non ha offerto una bella immagine perché ha accentuato le difficoltà di un’area che invece avrebbe mille motivi per cercare coesione».
Lei crede ancora nelle potenzialità turistiche del Parco del Monviso?
«Indubbiamente. Con il lancio dell’operazione transfrontaliera legata al Mab Unesco, avviata sotto la mia presidenza, è partita una stagione importante che sta proseguendo. Il Parco è un volàno formidabile per le valli saluzzesi e per Staffarda, uno dei complessi monumentali più importanti del Piemonte».
Quindi Dovetta resta in valle Varaita ad amministrare il suo Comune, Venasca, e a guidare l’Unione Montana?
«È così. Nonostante l’Unione non assomigli nemmeno lontanamente alla Comunità montana, qualche bella iniziativa, anche in collaborazione con Saluzzo, si è potuta realizzare grazie ai fondi europei. Non mi stancherò mai di dirlo e ogni giorno che passa ne ho conferma: solo lavorando uniti sarà possibile garantire un futuro al nostro territorio».