E dopo il Diluvio Universale la colomba tornò sull’Arca con un ramoscello d’ulivo alle origini di un’antica tradizione
Una Domenica delle Palme senza chiesa e senza... palme, cioè senza i tradizionali e tanto amati ramoscelli d'ulivo, simbolo della fede e memoria della trionfale accoglienza sperimentata da Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme. Quest’anno è andata così. Una motivazione che ha spinto la Gazzetta a sopperire a una tradizione cara a tutti, anche a chi ha convinzioni laiche, perché il ramoscello d’ulivo è in primo luogo simbolo e portatore di pace e speranza.
Le origini si fanno risalire all’episodio biblico del Diluvio Universale. Quando il diluvio cessò, Noè fece volare prima un corvo, per vedere se si fossero ritirare le acque dalla terra; poi una colomba, ma entrambi, non trovando dove posare la pianta della zampina, tornarono a lui nell’arca perché c’era ancora l’acqua su tutta la terra.
Dopo una settimana, Noè ritentò, inviando la colomba che tornò a lui sul far della sera. Essa aveva nel becco un ramoscello d’ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Il ramoscello d’ulivo è il simbolo di pace perché Dio stesso, a conclusione del diluvio, promette nella Genesi: «Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra».