E questa sera cena in albergo

E questa sera cena in albergo
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Mi scusi dottor Aliberti, ma in questi giorni non ho proprio tempo da dedicarle. Se vuole ne discutiamo con calma domani sera a cena. È quanto c’era scritto sul messaggio che ho ricevuto solo l’altro ieri da un mio potenziale cliente, per cui un domani potrei curare la comunicazione aziendale.

«Va bene, che cosa devo portare?» è stata la mia naturale risposta. «Nulla, perché non l’ho invitata a casa mia… andiamo a cena fuori... in albergo».

E così scopro la gabola. Con l’ennesimo nuovo Dpcm chiudono tutti i ristoranti, tranne quelli che sono negli alberghi. Così i soliti che possono permetterselo, la sera, al posto di rinunciare alla cena fuori, vanno a mangiare in uno dei tanti ristoranti che sorgono negli hotel, prendendovi una camera, o peggio ancora, a volte facendo solo finta di prenderla. Insomma: fatta la legge trovato l’inganno.

Tutto questo non mi sembra giusto. Non è giusto perché privilegia i ricchi che possono permettersi di pagare una camera che poi rimarrà vuota, solo per non rinunciare al piacere di una bella cenetta… e non è giusto per gli altri poveri ristoratori, costretti invece a tenere chiuso e basta, senza se e senza ma. Non c’è santo che tenga, non c’è storia da inventare perché il "buon" Conte, se così possiamo definirlo (anche se la maggior parte della gente lo chiama ormai “il becchino” perché quando spunta in tv, suonano sempre campane a morto) ha deciso di chiudere tutti i ristoranti nelle zone rosse, com’è la nostra.

Scaricando tutta la colpa su questo virus che, secondo i governanti come lui, colpisce solo in certe fasce orarie, col calare delle tenebre, manco fosse Dracula e ti attacca se sei in piedi, quando per proteggerti devi tenere la mascherina, ma non quando sei seduto a tavola, dove invece puoi farne a meno.

E soprattutto non ti attacca se mangi dove poi dormi o fai finta di dormire.

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