E tra centrodestra e Calderoni è guerra a colpi di comunicati
Puntuale, il teatrino della politica torna ad occuparsi ogni estate della questione dei lavoratori stagionali africani con il consueto rimpallo di responsabilità tra i diversi livelli istituzioni e tra le forze politiche di centrodestra e centrosinistra.
In particolare, la manifestazione di giovedì scorso davanti al municipio, poi degenerata con qualche tafferuglio al Pas, ha scatenato - com’era facile prevedere - una ridda di commenti di opposto tenore.
I primi ad intervenire sono stati i consiglieri di minoranza Piano, Bachiorrini, Andreis, Demarchi e Scaletta, i quali hanno contestato al sindaco di aver ricevuto i manifestanti in sala consiliare.
«È grave - hanno sostenuto a ridosso dei fatti - che il sindaco abbia ricevuto una delegazione in municipio. Ci spiace dover constatare, ancora una volta, come la città stia raccogliendo i frutti di quanto seminato negli ultimi anni. Saluzzo non merita questo. Il messaggio che passa è che chiunque arrivi a Saluzzo, invocando diritti (del tutto opinabili) ed organizzi manifestazioni, venga ricevuto dalla massima autorità cittadina e magari ottenga persino ciò che chiede».
Paolo Demarchi, nella sua duplice veste di consigliere comunale e regionale ha rincarato la dose: «La decisione del sindaco - ha dichiarato - continua a dare messaggi fuorvianti sulla questione, non contribuendo in alcun modo alla tutela delle tante aziende del settore frutticolo che si trovano in difficoltà. Tutto ciò è assurdo».
Fuori dal coro della minoranza è rimasto l’esponente di SiAmo Saluzzo, Carlo Savio, il quale, pur stigmatizzando il comportamento dei “sedicenti e autoproclamatisi antirazzisti”, preferisce non rilasciare dichiarazioni «per evitare strumentalizzazioni in un momento così delicato».
Dal fronte della maggioranza consiliare interviene unicamente il sindaco, il quale respinge al mittente le critiche dell’opposizione e bacchetta ancora una volta il rappresentante regionale Demarchi, rinfacciandogli di non conoscere il Testo unico degli enti locali. «Da un consigliere regionale, ma anche da semplici consiglieri comunali, mi sarei aspettato maggior consapevolezza. Quest’anno non c’è modo che abborracciati comunicati stampa riescano a mescolare le carte. Chiediamo attenzione per Saluzzo - ha affermato il sindaco rispondendo agli attacchi delle minoranza -, ascolto da chi ha la responsabilità istituzionale e politica di risolvere certe situazioni e anche maggior presenza da parte di tutti i rappresentanti della comunità locale».
Nel dibattito ha cercato di inserirsi anche Fratelli d’Italia, che non ha rappresentanti in consiglio comunale, ma è forza di governo in Regione.
«Chi semina vento raccoglie tempesta. L'atteggiamento di favoreggiamento dell'accoglienza - hanno denunciato - crea fraintendimenti nella comunità dei braccianti, con unico risultato l'arrivo di un numero sproporzionato di ragazzi africani che restano esclusi da ogni canale volontario di ospitalità. Se si continuerà ad imporre agli imprenditori agricoli prezzi al ribasso sui loro prodotti, gli stessi saranno costretti, per sopravvivere, ad alimentare un percorso negativo e di comodo. Senza riduzioni fiscali sui contratti stagionali, le nostre aziende non potranno mai essere competitive con mercati esteri più avanti in questo percorso. I voucher - hanno ribadito - erano un passo avanti in questo senso».
Non contenti delle risposte di Calderoni, i consiglieri Piano e Bachiorrini hanno rincalzato con un ulteriore comunicato, questa volta senza la firma dei colleghi leghisti.
«Ciò che sta succedendo - hanno rilanciato - è la naturale conseguenza di una politica che ha un “cordone ombelicale” politico, con a capo la triade Chiamparino-Allemano-Calderoni e che ha portato alla realizzazione del Pas con fondi pubblici. Dopo dieci anni di politica di sinistra di questa maggioranza è difficile ipotizzare una inversione di tendenza, se non con un cambio di governo della città».
Dal fronte dei braccianti africani arriva dai social il messaggio che «la rabbia è tanta e non finisce qui».
Viene ribadita la richiesta- slogan di «casa per tutti e ghetti per nessuno».
«La determinazione di braccianti di fronte ai silenzi e ai manganelli non potrà che rafforzarsi, così come, lo speriamo, la solidarietà con i tanti che in questo periodo di crisi si ritrovano, o rischiano di ritrovarsi, in mezzo ad una strada, sfruttati o senza lavoro nè prospettive».
Considerazione che sembra lasciar intendere che a quella di giovedì scorso potrebbero seguire altre proteste.
Non per nulla il sindaco di Lagnasco Roberto Dalmazzo, insieme agli altri colleghi sindaci del “Tavolo della frutta”, esorta Prefettura e Regione a dare risposte chiare e urgenti alle amministrazioni comunali.