Far ripartire la cultura a Saluzzo? Un problema senza i saluzzesi spazio piemontese Due appuntamenti con tante presenze, da fuori
Sabato 27 e lunedì 29 giugno si sono susseguiti due incontri presso lo Spazio culturale piemontese volti a promuovere nei cittadini saluzzesi la consapevolezza che conoscenza e sapere sono gli unici strumenti che possono aiutarci ad affrontare le problematiche della vita e del futuro con serenità ed equilibrio.
L’appuntamento di sabato 27 giugno ha visto la partecipazione di un buon numero di relatori tra i quali l’assessore alla cultura Attilia Gullino che ha raccontato, in qualità di medico, la sua esperienza sull’emergenza coronavirus. A seguire è intervenuto il direttore della Gazzetta Fiorenzo Cravetto che ha portato la sua testimonianza su come il giornale ha gestito le notizie sulla pandemia che arrivavano dal circondario.
Altri relatori hanno spostato l’attenzione sulla brusca frenata che hanno subito gli eventi culturali di tutti i generi, dalle mostre, ai musei, agli spettacoli, al cinema, al teatro. Si è evidenziato come i collegamenti in streaming abbiano cercato di tenere vivo il legame con il pubblico per non perderne l’affezione, sottolineando come sia faticoso e poco stimolante questo strumento di comunicazione che non permette lo scambio emotivo e il confronto immediato e spontaneo.
La dottoressa psicologa Maria Barrera ha espresso le sue considerazione, dal punto di vista psichico, sulla clausura forzata dei soggetti più fragili e delicati come i bambini, i giovani, gli anziani, ma soprattutto di coloro che si sono ammalati di Covid-19 o che sono risultati positivi.
A conclusione la padrona di casa Angela Delgrosso si è interrogata sul valore del tempo, sul suo significato più profondo dal punto di vista scientifico, cercando di spiegare nel modo più semplice e immediato perché non esiste un tempo assoluto, ma tanti tempi, a seconda del luogo e della velocità a cui andiamo, come recita la relatività ristretta di Einstein.
Altrettanto interessante, a detta dei partecipanti, l’incontro serale di lunedì 29 che ha avuto ospite una figura di spicco del mondo della cultura, lo storico e giornalista professor Gianni Oliva che ha intrattenuto il pubblico per oltre un’ora, ragionando sul significato del compito della storia, di come i fatti storici vadano rivisti a distanza di anni e affrontati con chiavi di lettura scevre da condizionamenti e pregiudizi, per averne una visione più oggettiva possibile. Lo storico ha poi ripercorso i periodi più cruciali e salienti del Novecento italiano, facendo emergere contenuti e spunti di grande interesse.
La serata è proseguita con l’intervento di Rosella Pellerino, direttrice scientifica dell’associazione Espaci Occitan, che ha parlato delle realtà culturali delle minoranze linguistiche, in primis della cultura occitana. Altri bravi relatori, come la storica Maura Aimar, il giovane filologo e scrittore della Val Susa Simone Siviero, la presidente dell’associazione Karibu, hanno portato le loro riflessioni all’attenzione dei presenti.
Molto originali e di grande interesse le considerazioni del veterinario Michele Apicella sul significato semantico ed etimologico della parola virus, analizzata nelle lingue antiche del sanscrito, greco e latino, facendoci riflettere su come queste lingue, ritenute morte, e quindi ormai poco studiate, siano invece una fonte inesauribile di conoscenza, un coinvolgente modo per indagare nel cuore della storia.
Ai due appuntamenti si sono avute presenze da Torino, Vinovo, Asti, Susa, Pinerolo, Barge, Paesana, Dronero, convinte di incontrare nella bella città di Saluzzo altrettante persone mosse dagli stessi intenti culturali. Purtroppo così non è stato. Pochissimi i saluzzesi presenti.