Funerali per pochi e senza messa

Funerali per pochi e senza messa
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Funerali sì, ma senza messa. I vescovi delle quattro diocesi della provincia di Cuneo hanno stabilito una linea d’azione comune, in sintonia con quanto disposto dai decreti del governo a partire da lunedì 4 maggio, giorno della parziale riapertura.

In base a questa decisione verranno riprese le esequie, con la presenza degli stretti familiari (non più di 15), all’aperto e senza la celebrazione della messa. La cerimonia religiosa di commiato potrà svolgersi o sul sagrato della chiesa o al cimitero.

“Le esequie, concordate d’intesa con il sindaco - si legge nella nota stampa diffusa dalla diocesi di Cuneo a nome anche delle altre - vedranno la presenza di un sacerdote che presiede ed eventualmente di due ministri che lo assistono, tutti distanziati di almeno un metro l’uno dall’altro”.

Il parroco, in collaborazione con gli addetti alle onoranze funebri, - viene precisato - comunicherà in anticipo ai partecipanti che non possono intervenire qualora siano in quarantena oppure abbiano una temperatura corporea superiore a 37,5 gradi o altri sintomi influenzali e che devono indossare la mascherina per l’intera durata del rito”.

La funzione religiosa si limiterà dunque alla liturgia della Parola e alla benedizione della salma, anche se i vescovi raccomandano che “il rito non si riduca ad una semplice preghiera con aspersione del feretro, ma si seguano per intere le prescrizioni”.

Ovviamente non sarà consentito alcun corteo funebre, quindi nella sostanza cambia ben poco rispetto a quanto avviene ormai da un paio di mesi a questa parte. L’unico elemento di parziale novità è l’ampliamento del numero dei familiari cui fino a ieri era impedita la partecipazione.

Va da sé che nel caso di famiglie numerose non a tutti i parenti sarà consentito accompagnare il loro caro all’ultima dimora. Per quanto riguarda le altre funzioni, a partire dalla messa domenicale, restano per il momento tutte sospese. Così come non è consentita la recita del rosario comunitario nei santuari, nelle cappelle o in prossimità dei piloni votivi com’era tradizione nel mese di maggio, vocato appunto al culto mariano.

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