Gaveglio sfida Ghigo sull’Admo
Negli ultimi tempi si è verificato uno scambio epistolare poco sereno tra la sezione scarnafigese dell’Admo e il Municipio. Con una lettera datata 16 marzo, ma acclarata al protocollo solo lo scorso 21 maggio, Aldo Gaveglio chiedeva spiegazioni circa la mancata assegnazione del contributo 2019 richiesto dall’associazione al Comune. Rivolgendosi direttamente al sindaco Ghigo, il referente locale tra l’altro scrive: «Forse lei è una persona talmente impegnata che non ha ancora avuto modo di capire cosa fa la nostra associazione per sensibilizzare la ricerca di nuovi potenziali donatori da inserire nel registro nazionale e mondiale».
Il 25 maggio, quindi, la replica del primo cittadino: «Si comunica che per un mero disguido la domanda di contributo per l’anno 2019 non è stata presa in considerazione in quanto non formulata correttamente sulla base del vigente Regolamento in materia di contributi economici alle associazioni».
E ancora: «Mi permetto di significarvi che conosco bene l’importanza dell’Admo e ho ben chiaro cosa sia il registro dei donatori e a che cosa serve».
«Non siamo in una metropoli - replica in seguito Aldo Gaveglio -: se c’era qualche problema sulla compilazione del modulo, avrebbero potuto dircelo. Non riesco a capire. Del resto, come ho riportato anche nella lettera, in occasione di una distribuzione delle colombe pasquali per sostenere l’associazione, ho ricevuto una risposta sgradevole dal sindaco. Per questo l’ho invitato a rimanere più con i piedi per terra, nella comunicazione mandata in Municipio».
«Nel 2018 abbiamo erogato un contributo straordinario all’Admo - dichiara il sindaco Riccardo Ghigo -. Queste sovvenzioni sono sempre state elargite a fronte di destinazioni specifiche. La nostra amministrazione ha raddoppiato i contributi alle associazioni, non c’è la volontà di penalizzare nessuno. Quanto al riferimento nella lettera a una mia presunta frase, che sarebbe stata detta in occasione della distribuzione delle colombe pasquali, mi domando come mai, siccome questa primavera non è avvenuta a causa del Covid-19, abbia aspettato un anno prima di farsi avanti. Personalmente non mangiò né panettoni né colombe, ma non esito a sostenere associazioni meritorie come l’Admo anche di tasca mia, se necessario. La trovo un’affermazione parecchio offensiva nei miei confronti».
Dal momento che sembra esserci convergenza sulla lodevole finalità dell’associazione coinvolta, si auspica in paese che la polemica rientri senza ulteriori strascichi.