Gli infermieri in pensione: «Pronti a tornare in corsia»

Gli infermieri in pensione: «Pronti a tornare in corsia»
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In attesa dell’arrivo della parte “sostanziosa” dei vaccini anti-covid, gli infermieri in pensione alzano la mano e offrono la propria esperienza e il proprio tempo per partecipare, in modo gratuito e volontario, alla task force sanitaria che dovrà inoculare nei prossimi mesi in tutta Italia oltre 60 milioni di fiale.

Una disponibilità che però trova ostacoli nella burocrazia del sistema, che rischia di disincentivare quanti, armati di buone intenzioni, vogliono riprendere servizio per questa fase di emergenza. Un gruppo di infermiere pensionate del Saluzzese ci ha scritto per spiegare lo strano “limbo” in cui versano in queste ore.

Cosa è scattato in voi?

«I racconti dei colleghi ci hanno restituito un senso di gravità senza precedenti. Ne abbiamo percepito la difficoltà e la sofferenza quotidiana nello svolgere il lavoro che noi conosciamo bene. Chi lavora o ha lavorato tra le corsie di un ospedale sa che un “tempo di pace” non può esistere. Ma la pandemia che stiamo vivendo è tutt’altra questione».

L’obiettivo è dunque favorire un’accelerazione della campagna vaccinale?

«Se serviamo a questo scopo molti di noi sono disposti a rinunciare a un po’ del meritato riposo e, per il bene di tutti, tornare operativi. All’iniziativa “Il Piemonte ha bisogno di te” noi rispondiamo “presente”. Siamo pronti perché il lavoro lo sappiamo fare. Seppur un po’ “attempati”, il nostro lo possiamo ancora fare. Eticamente non ci sentiamo di dire di no».

Quali problemi avete però riscontrato?

«È corretta e doverosa l’iscrizione al collegio professionale per garantire che le maestranze in campo possano inoculare senza problemi i vaccini anti Sars-Cov2. Ma sono in molti, vista la pensione, a non essere più iscritti. Ora, per poter “tornare in campo”, molti di noi dovrebbero pagare i 230 euro di iscrizione. Non una cifra enorme, ma che comunque scoraggerà molti ad aderire a questa iniziativa volontaria».

Ci sono altre questioni ancora da chiarire?

«Sì. Per esempio sarebbe utile comprendere dove verrà impiegato il personale in pensione. Ci chiediamo se sia stata fatta, tramite i nominativi forniti dal Collegio, una suddivisione per punto vaccinale basata sulla contiguità con il domicilio del personale volontario. Sarebbe utile, sempre con il fine di non scoraggiare gli ex dipendenti, fare chiarezza sulla responsabilità professionale. Se anche noi, per farla semplice, saremo coinvolti dallo “scudo penale”».

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