Gullino: «Puntiamo sulle mele bio»

Gullino: «Puntiamo sulle mele bio»
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«Le previsioni sulla produzione di mele vedono una stima molto simile alla scorsa campagna. Purtroppo il clima sempre più ostile, fra gelate primaverili, grandinate e estati calde decurta ogni anno le quantità di merce di prima categoria. Ma restiamo fiduciosi».

Così Giovanni Gullino, amministratore delegato dell’omonimo gruppo frutticolo saluzzese, vede la campagna in pieno corso. E spiega la strategia aziendale rispetto al mercato.

Le mele rappresentano una parte crescente del vostro core business. Com’è la situazione?

«Il progetto mele sta crescendo e si sta completando di stagione in stagione. Quest’anno raddoppieremo la nostra produzione privata e anche i produttori che hanno aderito alla nostra azienda stanno avendo riscontri soddisfacenti sui volumi. Quindi pensiamo di avere il 50% in più di prodotto rispetto alla scorsa stagione. Questa è la prova della crescita virtuosa del nostro progetto sulla mela e della continua ricerca di nuove varietà ad alta produzione e alta qualità organolettica».

Gullino si distingue per la sempre maggiore attenzione data alle produzioni biologiche. Da quanti anni avete iniziato a produrre bio e come sta andando per kiwi e mele?

«È dalla fine degli anni ’90 che ci dedichiamo alla produzione di frutta certificata da agricoltura biologica, sia in Piemonte che nel Lazio. Io stesso sono cresciuto dentro questo percorso e oggi produciamo circa 100 mila quintali di frutta certificata bio, di cui circa il 60% sono tutte mele. Il rimanente 40% è suddiviso fra kiwi e drupacee. Grazie all’area in cui produciamo, ai territori destinati alle nostre specialità, riusciamo ad avere degli standard qualitativi alti, difficilmente avvicinabili da altri Paesi. La crescita del mercato biologico è appena iniziata e ci saranno delle opportunità commerciali importanti. Noi, nel biologico, crediamo fermamente».

Parliamo dell’accordo fatto da Gullino con Apofruit. Buona parte della vostra produzione biologica andrà ad arricchire l’offerta del gruppo Canova, società del gruppo Apofruit licenziataria del famoso marchio Almaverde Bio. Un passo significativo: ci spiega i motivi?

«Noi abbiamo scelto di stringere questo accordo per le reciproche sinergie, per fare sistema e combattere la concorrenza estera. Con Apofruit condividiamo i valori commerciali e agricoli che viviamo con la stessa etica e passione. Canova/Almaverde Bio rappresenta il traguardo della nuova agricoltura biologica italiana, in cui i consumatori devono pretendere che il prodotto sia certificato bio e che la qualità sia ottima. Il nostro obiettivo è dare il top della qualità con il certificato bio e una tracciabilità sicura e completa».

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