I carabinieri arrestano il pirata che investì Franko Svolta nelle indagini sull’incidente di Stupinigi
«La strada era immersa nella nebbia. Ho capito di aver investito un uomo. Mi sono fermato poche centinaia di metri dopo l'impatto. Poi ho avuto paura e sono fuggito»: sono le parole di Nichol Milani, il 35enne operaio di Giaveno che domenica scorsa sulla provinciale tra Stupinigi e Nichelino ha travolto e ucciso il pari età Franko Gijnaj, di origini albanesi ma dal 1996 in Italia e da 20 anni residente a Manta.
I carabinieri sono risaliti a lui grazie all’individuazione della carrozzeria dove aveva portato l’auto per aggiustare il paraurti, visibilmente danneggiato e intriso di terra e tracce di sangue. Al carrozziere aveva raccontato di aver investito un capriolo.
A risalire all'operaio e arrestarlo sono stati i carabinieri, che hanno avviato una caccia all'uomo su tutto il territorio metropolitano e, dopo decine di controlli nelle carrozzerie della zona, a metà della scorsa settimana hanno comunicato la svolta nelle indagini.
Quanto rinvenuto nell'autofficina di Giaveno, a 20 km dal luogo della tragedia, ha fornito prove inequivocabili: le tracce ematiche sul cofano, il parabrezza sfondato e la mancanza dello stemma frontale della Volkswagen (nell'urto con la vittima si era staccato venendo recuperato dai carabinieri la mattina seguente) hanno permesso agli investigatori di avere elementi a sufficienza per ottenere una piena confessione.
Milani avrebbe anche raccontato agli investigatori di essere tornato in prossimità del luogo dell’incidente, notando una persona riversa sulla carreggiata. rinchiuso in carcere a Torino, dovrà rispondere di omicidio stradale e omissione di soccorso. L’auto è stata sequestrata per ulteriori rilievi tecnici.
Il funerale di Franko Gjinaj si è svolto a Malesi e Madhe, zona settentrionale dell'Albania, da dove proviene la famiglia. Mercoledì scorso la magistratura ha concesso il nullaosta per le esequie fuori Paese. Il mantese lascia il padre Giovalin e la madre Katerina, che vivono e lavorano a Villafalletto, lui come operaio agricolo, lei come collaboratrice della casa di riposo. Aveva anche due fratelli, Mikele e Milenko, che abitano a Villafalletto e Busca.