«I crissolesi non perderanno servizi Facciamo rispettare a tutti le regole» fabrizio re Il sindaco motiva l’uscita dall’Unione e punzecchia i gestori degli impianti

«I crissolesi non perderanno servizi Facciamo rispettare a tutti le regole» fabrizio re Il sindaco motiva l’uscita dall’Unione e punzecchia i gestori degli impianti
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Non si è fatta attendere la replica del sindaco Fabrizio Re alle dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta, la scorsa settimana, da uno dei pionieri che hanno contribuito a scrivere la storia del paese, quel Giovanni Genre il cui figlio Gabriele guida oggi la Sipre, la società che gestisce gli impianti di risalita di Crissolo.

In prima battuta, che cosa risponde a Genre che contesta l'uscita di Crissolo dall'Unione del Monviso?

«Guardi, io porto rispetto a tutti, ancor più a quelle figure fondamentali del paese, quali i Curti, i Perotti, i Düssa e i Genre. Ma faccio fatica a comprendere quanti mancano dal paese da almeno 10 anni (Giovanni Genre risiede stabilmente a Sanremo: ndr) ed oggi si riscoprono improvvisamente crissolesi per preoccuparsi della fuoriuscita del paese dall’Unione montana dei Comuni».

Pensa che Genre abbia voluto mandare un messaggio all'amministrazione da lei guidata?

«Non penso nulla. Dico semplicemente che la decisione di lasciare l’Unione è stata discussa e sviscerata con i nostri uffici, con tutti i consiglieri comunali che risiedono qui, frequentano il municipio, vivono il territorio e guardano agli interessi del paese. Genre ha in casa (la nuora Elisa Tarasco è in minoranza: ndr) il consigliere che poteva farsi portavoce delle sue idee, ma non la vediamo, neppure in videoconferenza, da due anni e mezzo. La decisione è stata supportata e addirittura consigliata dai nostri studi legali. Se è vero, com’è vero, ciò che sostiene Genre, e cioè che le Unioni nel tempo hanno dato tanto ai Comuni, altrettanto vero è che i Comuni hanno dato tanto alle Unioni: è stato uno scambio reciproco».

Intende ribadire che il Comune non aveva altra scelta?

«Certamente. Circa 4393 dei 5.100 ettari sui quali si estende Crissolo sono gravati da uso civico e con una legge regionale che in merito dice una cosa e una legge dello Stato che ne dice un’altra, la nostra è stata una scelta praticamente obbligata se si voleva tutelare i diritti dei nostri concittadini. Posso affermare con certezza che ai crissolesi la fuoriuscita dall’Unione non causerà alcun danno né alcuna carenza di servizi».

Quindi i timori di Genre a suo giudizio sono infondati?

«La decisione assunta dal Comune vale per tutti. Non serve continuare ad atteggiarsi a vittime a prescindere. Trattiamo tutti allo stesso modo, senza guardare il pedigree di nessuno, prova ne sia il tavolo di confronto che abbiamo avviato con il Cai nazionale. E di conseguenza a tutti abbiamo chiesto di pagare il giusto in materia di usi civici. Tutti devono rispettare le regole».

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