I margari di Adialpi chiedono alla Regione un reale piano di contenimento per il lupo

I margari di Adialpi chiedono alla Regione un reale piano di contenimento per il lupo
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Il presidente dell’associazione di allevatori montani Adialpi, Giovanni Dalmasso, ha chiesto un incontro con l’assessore regionale alla Montagna, Fabio Carosso, sulla questione lupo.

«Il Piemonte - spiega Dalmasso, malgaro di Barge - deve deliberare il prima possibile delle misure sul contenimento del lupo, noi dell’Adialpi lo abbiamo chiesto durante l’audizione della V commissione Ambiente del Consiglio Regionale del Piemonte lo scorso 11 febbraio e abbiamo chiesto un incontro con l’assessore regionale per rimarcare la nostra posizione. È indispensabile che la Regione si renda protagonista di questa problematica ormai evidentemente sfuggita di mano ai Parchi incaricati di seguire i progetti riguardanti il lupo».

Aggiunge Dalmasso: «Servono reali dati sui numeri della popolazione del predatore nella nostra regione in quanto quelli attualmente ufficiali sono palesemente sottostimati, è indispensabile ottenere una deroga alla direttiva habitat e alla convenzione di Berna che inserisce il lupo tra le specie strettamente protette in modo da poter attuare dei piani di contenimento sulla sua popolazione».

La gestione delle aree alpine, secondo Adialpi, non deve essere lasciata in mano ai Parchi che impongono limitazioni e regole sugli alpeggi senza logica ed eccessivamente penalizzanti per i pastori con il rischio di vedere abbandonati i pascoli con danni sull’ambiente e l’assetto idrogeologico oltre alla perdita di prodotti d’eccellenza tipici delle Alpi Piemontesi.

«È assurdo - continua Dalmasso - che si vogliano inserire delle limitazioni alle attività pastorali in determinate aree degli alpeggi, come ad esempio il vallone dell’Arma, per favorire la riproduzione del lupo quando è evidente che il lupo si sta riproducendo ed espandendo a livelli fin già troppi alti. Semmai dovremmo cercare di limitare l’aumento della sua popolazione visti gli enormi danni che sta causando e i rischi che avremo a breve con il suo avvicinarsi alle zone abitate e ai fondo valle. Questo è l’esempio di quanto alcuni Parchi siano distanti dalla realtà agricola e dallo stesso territorio che essi vorrebbero gestire: le decisioni vengono prese senza ascoltare il parere di chi vive e lavora in montagna, le scelte non sono condivise con le associazioni e i rappresentanti locali, la poca trasparenza di questi enti ci fa capire che loro non sono dalla nostra parte ma molto più probabilmente sono più interessati ai tanti milioni di euro che il lupo sta portando nelle loro casse».

A livello europeo, la Francia ha già predisposto una serie di prelievi stabiliti di anno in anno in base alla crescita della popolazione del predatore. A livello nazionale alcune Regioni e Province autonome si stanno muovendo in questa direzione; dalla Valle d’Aosta alle province di Trento e Bolzano, sono già state approvate “misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori” come il lupo e l’orso.

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