I quadri si muovono: suggestione d’arte
Il Museo Mallè conclude con successo la sperimentazione del progetto “Guarda! Si muove!”, nato con l’obiettivo di dare vita, attraverso lavori di video-animazione, alle opere d’arte. L’ultimo della carrellata di dodici capolavori è il seicentesco “Nel cortile dell’osteria” di Barent Gael, che sarà presentato in questa nuova veste sulle pagine social del museo in questi giorni.
Il progetto ha vinto il bando “Musei da vivere’’ della Fondazione Crc nel 2018. La realizzazione è iniziata l’anno seguente, quando si è formato il gruppo di lavoro. Hanno aderito in forma stabile 12 persone.
Un esperimento che si ispira anche al recente successo “Vincent”, documentario di animazione dedicato alla storia e alle opere di Van Gogh. A curare le attività digitali è stata Alice Gallouin. A seguire il progetto la critica dell’arte e direttrice del Mallè Ivana Mulatero.
LE OPERE PRENDONO VITA
Dieci dipinti, un disegno e alcune porcellane di Meissen, rappresentano il gusto con cui Luigi Mallè, storico dell’arte nato il 13 maggio 1920 e morto nel 1979, acquisì le collezioni, oggi per sua volontà, patrimonio di Dronero. Un clic sul video e il bimbo nella mangiatoia di “Natività e angeli” eseguito nel ‘500 dalla Bottega di Bernardino Campi, muove le braccia mentre la mano di San Giuseppe si spinge fin quasi ad accarezzarlo. Nell’“Allegoria dell’Angelo custode”, tela barocca del francese Charles Dauphin, pittore di corte di Casa Savoia, le ali dell’angelo si muovono e i drappeggi dei tessuti restituiscono la loro matericità al “tatto virtuale” dell’osservatore. Effetti della tecnologia, del publicengagement e dell’attenta individuazione delle opere candidate ad essere animate: una dinamica compositiva che si vede bene anche nell’opera astratta “Esplosione” di Umberto Mastroianni.
«AVAMPOSTO EUROPEO»
Dicono gli autori: «Dal lavoro di gruppo sono usciti suggerimenti, ricordi che arricchiscono le note stilistiche, la biografia dell’autore e i richiami a opere di altre collezioni, presenti nei filmati. Il risultato è una galleria inclusiva e inconsueta, in tre lingue, italiano, occitano e francese, che rappresenta le collezioni del Museo dronerese come un avamposto della cultura e dell’attenzione per l’arte della Granda e del Piemonte in prospettiva transfrontaliera ed europea».