Icardi in luna di miele, Cirio non gradisce

Icardi in luna di miele, Cirio non gradisce
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Infuria la polemica in Regione sulla gestione dell’emergenza ed è di nuovo braccio di ferro tra il presidente Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi.

Il casus belli è il viaggio di nozze di Icardi nei giorni in cui l’epidemia ha fatto registrare una nuova impennata di contagi, ma la questione è più complessa.

«Sono stato via cinque giorni, viaggio compreso, durante i quali sono comunque sempre stato operativo. Ho lavorato come se fossi in presenza. Le critiche nei miei riguardi sono una evidente strumentalizzazione».

L’assessore leghista, tuttavia, si mostra tranquillo: «Mi auguro - replica con ironia - che la mia presenza non fisica per cinque giorni non infici l'efficienza della sanità piemontese».

Icardi si dice certo che la Lega lo sosterrà rinnovandogli la fiducia: «Ho avuto grande solidarietà dal mio partito. Il gruppo è compatto, anche perché l’attacco alla mia persona è chiaramente pretestuoso. Certo - dice con una battuta indirizzata a Cirio - al presidente non piacciono le critiche, ma lui sa bene che ho sempre lavorato pancia a terra per il Piemonte».

Le tensioni, al di là della questione della luna di miele, sono emerse in tutta evidenza anche nella riunione di maggioranza di giovedì scorso, dove anche Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno sollevato perplessità su come è stata affrontata la nuova ondata.

«Non è vero - ribatte Icardi - oltre alle maggiori conoscenze scientifiche, abbiamo strumenti, personale e farmaci in più per lavorare al meglio. Circa il 90% dei positivi, oggi, è asintomatico e anche se la pressione sugli ospedali sta salendo e siamo ben lontani – afferma - dalla saturazione delle terapie intensive. C'è un piano preciso per gli ospedali, con una programmazione accurata per quanto riguarda le terapie intensive. Quanto era necessario fare lo abbiamo programmato. Per quanto riguarda i dispositivi sanitari – aggiunge - ci sono scorte per sei mesi: abbiamo sette milioni di mascherine chirurgiche, 1,7 milioni di Ffp2, 400mila di Ffp3. E ci sono anche i reagenti per i tamponi. Negli ultimi giorni sono circa 10 mila quelli processati ogni giorno, ma con i laboratori convenzionati siamo in grado di arrivare a 15 mila».

Ma una critica serrata arriva dal consigliere di opposizione Mauro Salizzoni, secondo il quale il Piemonte non avrebbe approfittato della tregua estiva concessa dal Covid per recuperare terreno sulle criticità mostrate nella fase uno.

Salizzoni, già primario alle Molinette di Torino, ora in pensione, e vicepresidente Pd del Consiglio regionale del Piemonte, parla con la competenza che gli deriva dalla sua professione.

«Escludendo le Rsa, dove la situazione pare sotto controllo, e gli ospedali che per ora reggono - afferma - su tutto il resto siamo in una situazione preoccupante, che rivela criticità organizzative e programmatorie che, se non riusciamo a correggere, ci condurranno allo sbando. Il problema non è la luna di miele di Icardi, ma di un assessore e un direttore generale non all'altezza. Nella fase uno - aggiunge il chirurgo - l'inadeguatezza è emersa in modo palese, tanto da dover correre ai ripari affiancando la task force guidata da Ferruccio Fazio».

Per Salizzoni, manca infatti una regia complessiva da parte dell'assessore. «Non credo - sostiene - che nell'area di centrodestra non si riesca a trovare una soluzione adeguata. Conosco persone capaci che saprebbero come fare, credo le conosca anche Cirio».

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