Il cyberbullismo studiato in 48 scuole PREVENZIONE Il progetto del «Corecom» per prevenire il reato giovanile sul web

Il cyberbullismo studiato in 48 scuole PREVENZIONE Il progetto del «Corecom» per prevenire il reato giovanile sul web
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Se il bullismo è un fenomeno dilagante, quello che sviluppa sul web è ancora più preoccupante. Per questo le Istituzioni si stanno attrezzando per capire le dinamiche e affrontare l’emergenza.

Saranno 48 le scuole piemontesi coinvolte nella prima ricerca sul campo, che punta a studiare in modo approfondito il fenomeno delle molestie tra minori attraverso la rete. Si tratta di una ricerca pilota, voluta dal Corecom Piemonte e coordinata dall’Università, che rientra tra le iniziative al via grazie all’approvazione del protocollo d’intesa, promosso appunto dal Corecom, e sottoscritto da Giunta regionale, Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale, Tribunale dei Minorenni, Garante regionale per l’infanzia e Ufficio scolastico regionale.

In questa prima fase di sperimentazione verranno raccolti i dati con metodologia scientifica, «Mettendo al centro i ragazzi e il loro punto di vista», ha spiegato che coordinerà la ricerca. Il protocollo impegna i soggetti a mettere in rete tutte le loro competenze per organizzare iniziative pubbliche, attività di monitoraggio, attività di approfondimento e ricerca.

Spiega il consigliere segretario Giorgio Bertola, delegato al Corecom: «Ci siamo dotati di una legge nel 2018 che ha dato un ruolo ai soggetti coinvolti; questo protocollo ci spinge non solo a dare attuazione alla norma ma anche a trovare risorse all’interno del bilancio, specie in un momento in cui non è facile reperirle. Maggioranza e opposizione insieme devono continuare a tenere alta l’attenzione».

«La legge sta camminando e non è rimasta sulla carta, questo ci conforta - è la riflessione di Domenico Rossi, primo firmatario della legge regionale 2/2018 - questo protocollo ci metterà in condizione di fare ancora meglio. Il “patentino” nell’uso dello smartphone è un’esperienza che sta crescendo, anche questo elemento potrà essere valorizzato».

Il rettore Stefano Geuna dell’Università di Torino commenta che «E’ volontà del nostro Ateneo avviare una politica di contrasto ai bullismi e diffondere la conoscenza del fenomeno delle violenze di rete, con la ricerca che avvieremo con l’Università del Piemonte Orientale costruiremo un modello di monitoraggio del fenomeno da estendere alle scuole del territorio piemontese».

Per la procuratrice per i Minori presso il Tribunale di Torino, Emma Avezzù, «La procura interviene quando il danno è fatto, cioè quando c’è un reato. Non sempre il cyberbullismo può dar luogo a reati. Grazie a questo protocollo saremo attivi nella formazione e nell’informazione, sarà fondamentale il lavoro continuo nelle scuole sui rischi che si corrono. Le famiglie lamentano ancora qualche elemento di minimizzazione da parte degli istituti, che invece devono essere in prima linea».

Per la neo Garante regionale per l’infanzia, Ylenia Serra, la priorità è invece evitare l’isolamento delle vittime.

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