«Il divieto ai fuoristrada c’era già»
«Sulla strada che da Becetto porta al colle del Prete la circolazione delle macchine è libera a tutti. Il divieto di transito si riferisce solo ai fuoristrada, confermando il divieto già vigente “ope legis” prima dell’ordinanza».
Il sindaco di Sampeyre Domenico Amorisco, che ha firmato in merito l’ordinanza di divieto 83 il 13 ottobre scorso, torna sull’argomento replicando, leggi alla mano, alla raccolta firme promossa da Antonio Morello, portavoce di un gruppo di “amanti del fuoristrada” che si sentono penalizzati dalla decisione.
«Non capisco perché, per contestare il divieto - dice Amorisco -, sia stata scelta la via della petizione anziché impugnare l’ordinanza presso gli organi competenti di giustizia, chiedendo il suo annullamento».
Nel testo della petizione si legge che “normalmente il bestiame è confinato in apposite aree e quindi non si riesce realmente a comprendere come un tratto di strada pubblica con queste premesse possa essere "privatizzato" ad uso di pochi residenti”.
«Nulla di più falso - ribatte, a questo proposito, Amorisco - perché viene narrata una versione di fatti che non corrisponde a quella effettiva. Anzitutto è falso che il bestiame sia “confinato” come sostenuto, perché il bestiame circola liberamente in aree pascolive che sono aperte e non recintate. Inoltre il bestiame arriva per la monticazione su quelle cosiddette “apposite aree” e va via dall’alpeggio percorrendo proprio quel tratto di strada invaso da roboanti moto e fuoristrada, che per di più corrono ad alta quanto pericolosa velocità con grave rischio dell’incolumità degli animali e dei loro conduttori, provocando danni al patrimonio pubblico ambientale per inquinamento atmosferico e acustico. La strada, contrariamente a quanto sostenuto, non è stata “privatizzata” perché la circolazione delle macchine è libera. Il divieto - sottolinea il sindaco - si riferisce solo ed esclusivamente ai mezzi motorizzati fuoristrada, individuati a titolo esemplificativo nei veicoli Atv, Quad, moto, 4X4».
Amorisco ribadisce di voler difendere i diritti dei residenti: «Faccio rilevare che quanti coraggiosamente vivono e lavorano in montagna, per quanto ridotti in numero, hanno gli stessi diritti riconosciuti a tutti gli altri cittadini, diritti che vanno tutelati contro gli abusivismi di chi vuol far valere le proprie, personali ragioni. Parlo a ragione di abusivismo perché il Comune di Sampeyre non mi risulta che, ai sensi dell’articolo 11 comma 3 della legge regionale n.32/82, abbia individuato o autorizzato, su quel tratto di strada, percorsi ai fini turistici e sportivi non competitivi e pertanto il divieto dei fuoristrada già esisteva “ope legis”, essendo una strada di montagna a carattere agro-silvo-pastorale prima dell’ordinanza sindacale. Come sindaco, mi sono limitato a confermare un divieto già vigente».