«Il generale Dalla Chiesa, esempio di lealtà e di dedizione allo Stato»
“Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti”. Questa frase pronunciata il 1° maggio 1982 dal generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, allora Prefetto di Palermo (4 mesi prima del suo omicidio) è posta sulla cima del monumento che Saluzzo ha voluto dedicare al suo illustre cittadino nato il 27 settembre del 1920.
A 100 anni dalla sua nascita, domenica 27 settembre, è stato inaugurato il totem con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, presenti il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Giovanni Nistri, il figlio di Dalla Chiesa, Nando, assieme all’onorevole Chiara Gribaudo, il presidente della Regione Alberto Cirio, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, il vicepresidente della Provincia di Cuneo Flavio Manavella e il vescovo Cristiano Bodo. Con loro anche Paolo Setti Carraro (fratello di Emanuela, la moglie del generale uccisa con lui nell’attentato del 3 settembre 1982).
Le autorità sono state accolte dal sindaco che, nel suo discorso ha specificato: «Questo non è un monumento alla sua memoria, ma alla sua vita». Il ministro Lorenzo Guerini ha voluto ribadire che: «ricordare Carlo Alberto Dalla Chiesa non significa soltanto tributare il giusto onore a un luminoso esempio di competenza professionale e dedizione al servizio, ma rafforzare la consapevolezza che la lotta alla criminalità può essere davvero incisiva solo se si uniscono le migliori forze di tutto il Paese».
Il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha fatto notare che «questo monumento è “vivo” e trasmette valore e senso civico, così come dovrebbero fare gli adulti portando per mano i bambini a questi eventi». Il comandante Giovanni Nistri ha aggiunto: «In ogni caserma dei carabinieri c’è la fotografia del presidente della Repubblica e del comandante dell’Arma, ma sovente accanto a queste si trova un’immagine del generale Dalla Chiesa, perché il suo insegnamento e la sua integrità morale sono un esempio per tutti noi carabinieri».
Commovente è stato l’intervento del figlio Nando dalla Chiesa con un ricordo di suo padre: «Da bambino lo vedevo firmare con una stilografica verde i documenti. Adesso ho capito l’importanza di quella firma, perché la nostra società è fondata sulle firme che certificano la veridicità di un atto. E contro la mafia la firma di mio padre è stata sempre credibile».