Il grido di Sanfront sul tavolo del ministro Speranza

Il grido di Sanfront sul tavolo del ministro Speranza
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La denuncia arrivata da Sanfront ha avuto una diffusione incredibile, diventando un “caso” nazionale. Un grido disperato, quello giunto dal presidente dell’Ospedale di Carità Silvio Ferrato, a nome di tutti gli operatori del mondo socio-assistenziale, a cui, attraverso un tam-tam sui siti di notizie e sui social, tanti giornalisti e colleghi hanno dato eco.

La lettera-fiume scritta dall’ex sindaco di Sanfront è arrivata anche sul tavolo del senatore Mino Taricco, residente a Manta e unico parlamentare del Saluzzese. L’onorevole del Partito Democratico ha sollecitato il ministro della Salute Roberto Speranza affinché siano definite il prima possibile «linee guida univoche, in accordo con Regioni e Province autonome, modalità e mezzi per riaprire opportunità di incontro, contatto umano e socializzazione tra ospiti delle strutture sanitarie assistenziali ed i loro cari».

Scrive il senatore nella sua interrogazione al ministro: «Per molti ambiti delle nostre vite si è in questi mesi trovato un punto di equilibrio tra necessità di sicurezza e di tutela della salute, ma per quanto concerne le Rsa la situazione è ancora bloccata e purtroppo molto differenziata tra Regione e Regione».

A inizio agosto scorso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha definito le misure per l’accesso di parenti e visitatori alle varie strutture di ospitalità, limitando gli accessi ai soli stringenti casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura (e sotto la responsabilità della stessa). Poi c’è stata una proroga senza modifiche, che scadrà il 7 ottobre. Sull’assistenza il governo ha mantenuto una linea intransigente, anche in virtù dei focolai sviluppatisi durante la pandemia proprio nelle residenze per anziani.

Scrive Taricco: «In tutto il Piemonte sono possibili, per esempio, solo visite su appuntamento in sale dedicate, e solo previo tampone nei giorni precedenti con esito negativo, ma ogni Regione sostanzialmente ha individuato un suo percorso e la situazione nella sua totalità risulta ben lontana da una parvenza di normalità». Il senatore fa riferimento in particolare alle situazioni di maggiore fragilità emotiva dei residenti: «Vedere i propri parenti dietro il plexiglas o attraverso il tablet, risulta straziante. Lo stesso dicasi per la comunicazione a distanza, magari causa udito compromesso. L’assenza di scambio di una carezza o di un abbraccio da parte dei propri cari genera sofferenze e conseguenze sulla qualità della vita e anche sulla complessiva salute».

«Occorre - conclude Taricco - un graduale ritorno alla possibilità di “cura” anche degli aspetti emotivi e relazionali degli ospiti più deboli, ormai da troppo tempo in isolamento non volontario; un percorso che richiede tutto il nostro impegno con la massima sensibilità».

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