Il rossanese “veterano delle missioni”
Era nato il 3 novembre del 1923 ed è mancato un anno fa, il 18 novembre 2019. E’ giusto ricordare padre Niccolò Ellena, nato e cresciuto a Rossana, nel primo anniversario, sebbene lui, nella sua umiltà, non avrebbe forse voluto tanto. Lo ricordano in molti in Liguria, nella comunità dei Carmelitani scalzi di Arenzano, dove si era ritirato, sui novant’anni, per riposarsi della lunga missione in Africa, ma trascorrendo i suoi giorni al confessionale e a ripensare con affetto e nostalgia alla sua terra lontana.
A Rossana amava tornare, lasciando in tutti un invito alla serenità. In quelle occasioni non mancava di fare tappa al santuario di Valmala, di cui aveva portato pure in Africa la statuetta della Madonna della Misericordia.
La Repubblica Centrafricana, tre milioni di persone per lo più animiste, era diventata un tutt’uno con la sua vita. Qui era giunto nel 1971, dopo aver lavorato per vari anni in Italia e ben sette in Giappone. E nel Centrafrica restano numerose opere religiose e sociali da lui iniziate e sviluppate, in vari campi di civilizzazione e lavoro (scuole, chiese, laboratori, ospedali).
Talora anche lontano, per sua scelta, dalla capitale Bangui, perché la sua umiltà lo spingeva nei villaggi più nascosti e miseri, come nella parrocchia da lui fondata a Bossentelé, dove tra l’altro fece erigere la splendida chiesa dedicata a Santa Teresa del Bambino Gesù, anch’essa Carmelitana e protettrice delle missioni. A tale realizzazione hanno contribuito le offerte e la manodopera, portata sul posto dai volontari di Barge.
Rossana può andare fiera di aver dato i natali a una simile personalità, grande esempio di generosità e fede, di apertura al mondo dei bisognosi, pur nell’umile lavoro silenzioso e costante di una vita donata.
A padre Niccolò Ellena, definito dai confratelli il “Veterano delle missioni”, il Messaggero di Gesù Bambino di Praga, organo ufficiale dei Carmelitani scalzi di Arenzano, ha dedicato - con il necrologio del Superiore Provinciale padre Saverio - un commosso ricordo di padre Carlo Cencio.
«Padre Niccolò - si legge - è sempre pronto alla battuta, magari in latino... Di buonissima compagnia si fa ascoltare, tiene banco. Anche se ha preferito la solitudine di Bosselené... da qui controlla il traffico missionario per Bangui, Dice che ha il bar più frequentato, con sempre l’ultima bottiglia...».