Il saluzzese che inventò il Crodino diventa cittadino onorario di Crodo
Le dosi sono segrete ma nella piccola esposizione inaugurata due anni fa gli ingredienti sono svelati: oltre all’assenzio, alla genziana e allo zenzero ci sono anche cardamomo, chiodi di garofano, semi di coriandolo, scorze di arancia dolce e amara, vaniglia e cannella. Oltre a zucchero e acqua delle sorgenti di Crodo.
Il mix che da vita al Crodino, uno degli aperitivi più famosi al mondo (e di cui ancora oggi si imbottigliano 160 mila bottigliette l’ora) ha un padre saluzzese. Si tratta di Maurizio Gozzellino, nato nella capitale del Marchesato nel 1935. Da giovane era stato dipendente di una dita torinese, poi alle Terme di Crodo come responsabile del reparto sciroppi, con l'incarico di riformulare le bibite prodotte e creare nuove bevande ed aperitivi.
Nel 1963 inventò la miscela di erbe aromatiche che poi, l'anno successivo, diede origine all'analcolico biondo. Nel 2016 era stato premiato dal Centro Studi Piero Ginocchi con il Ginocchi d'Oro «per avere con passione, tenacia e maestria dosato i giusti ingredienti che hanno dato origine all'aperitivo analcolico per eccellenza: il Crodino, grazie al quale la Terme di Crodo è diventata una grande industria portando indiscussi benefici per molte persone e aziende».
Da pochi giorni il Comune di Crodo (piccolo centro della valle Antigorio, nel Verbano) ha deciso di concedergli la cittadinanza onoraria.
Oggi 85enne, Gozzellino vive a Torino. Due anni fa, in occasione dell’inaugurazione di una mostra dedicata al Crodino, spiegò: «Ricordo quel giorno perché nacque mio figlio. Il mercato dell’aperitivo rosso era chiuso, serviva qualcosa di “biondo”, sullo stile dell’Aperol, ma analcolico. E poi c’erano tutte quelle bottigliette della forma del bitter ferme nel magazzino da sfruttare. Trovai il giusto mix intercettando il gusto “medio” degli italiani. Bravura sì, ma anche un po’ di fortuna».
L'inventore del nome “Crodino” non è stato Gozzellino, ma un altro dipendente dello stabilimento: Policarpo Cane. Durante una riunione criticò i nomi proposti per l'aperitivo, che erano “Biondo”, “Biondino” e “Picador”, spiegando che se la Cinzano aveva il “Cinzanino”, Crodo poteva avere il Crodino. Il resto è storia.