Il sindaco promuove un tavolo di lavoro Calderoni: «La Bossi-Fini è superata, va cambiata»

Si parla di situazione emergenziale quando un fatto accade in maniera improvvisa, e richiede una risposta eccezionale, che esce dagli schemi. Ma descrivere il problema dei braccianti africani come una situazione emergenziale, dopo dieci anni in cui, ogni dodici mesi si ripresenta la stessa situazione, appare fuori luogo.

Qualcosa deve cambiare, e cambierà da Saluzzo, con il sindaco Mauro Calderoni che ha deciso di scendere in campo: «Dopo dieci anni in cui viviamo questa problematica – dice -, in Italia serve una svolta nella gestione dei braccianti della frutta, che sono fondamentali per un intero settore. La Bossi-Fini è anacronistica. Promuoverò una conferenza nazionale, in autunno, un tavolo di lavoro. Basta con i “decreti sicurezza”, che fabbricano disperati alla ricerca di un contratto per rinnovare il permesso di soggiorno».

Il coronavirus non ha cambiato la situazione nella sostanza, ma ha accelerato la necessità di dare risposte definitive. Gli imprenditori e amministrazioni locali hanno offerto negli anni soluzioni di prima accoglienza, rispondendo ad una situazione che è rimasta emergenziale, perché a livello istituzionale poco si è fatto per affrontare la questione. L’emergenza sanitaria legata al Covid ha oggi posto in evidenza tutte le criticità del sistema.

Calderoni aggiunge: «Un Comune non può dare risposte esaustive ad una vicenda tanto complessa, ma la nostra comunità non si è mai sottratta all’impegno, anche oltre le strette competenze. Noi amministratori non possiamo però dare risposte, ma porre domande. La precarietà del lavoro stagionale non può prescindere da un collocamento nazionale e da un piano per l’ospitalità. Le attuali regole sono superate. Anche se qualche forza politica indugia, irresponsabilmente, nella disinformazione, il contributo dei lavoratori stranieri al settore primario non è più negabile: gli stranieri rappresentano una forza lavoro necessaria ma le regole d’ingaggio sono obsolete».