Il vescovo Bodo suggerisce ai parroci di rinviare Prime Comunioni e Cresime
Il vescovo di Saluzzo, Cristiano Bodo, ha diramato una nota ai sacerdoti della diocesi in merito alle celebrazioni liturgiche e alle attività pastorali.
Disposizioni in sintonia con le norme della Cei (Conferenza Episcopale), con qualche declinazione di carattere locale. «Il testo del nuovo Dpcm - scrive il vescovo - non prevede il divieto di celebrare le messe con la partecipazione del popolo anche nelle “zone rosse .Restano quindi in vigore - afferma - le norme previste dal protocollo tra la Cei e il Governo, sottoscritto il 7 maggio, con successivi aggiornamenti».
Bodo rivolge un appello alla responsabilità di tutti ad una scrupolosa osservanza di quanto previsto non senza una tiratina d’orecchi.
«A seguito di alcune segnalazioni di fedeli, preoccupati per l’atteggiamento “leggero” di alcuni sacerdoti, ricordo - ammonisce il vescovo - che anche i ministri durante le celebrazioni devono fare uso di mascherina e igienizzare le mani». Bodo ritiene, dal momento che il testo della presidenza del Consiglio non prevede la sospensione delle lezioni in presenza per le scuole elementari e per il primo anno delle medie che possa proseguire anche il catechismo. «A meno che - puntualizza - non manchino le condizioni per le quali il principio di prudenza e di attenzione alla salute delle famiglie non consiglino altrimenti, ricorrendo eventualmente a proposte di catechesi a distanza».
Per quanto riguarda le Cresime e le Prime Comunioni, pur non essendo queste espressamente vietate, suggerisce di «rimandare le celebrazioni programmate nelle prossime settimane a tempi migliori nei quali sia possibile anche ai familiari e parenti unirsi alla festa».
Le altre attività pastorali comunitarie, consigli pastorali, gruppi giovanili, corsi di preparazione al matrimonio, incontri biblici, «poiché vige il coprifuoco dalle 22 - dispone il vescovo - è meglio sospenderle o proporle con collegamenti in streaming».
Restano invece attive le attività pastorali “essenziali”, quali le comunioni ai malati e le confessioni individuali.
Su questo punto Bodo specifica che «non solo sono possibili, ma è doveroso che siano assicurate, attendendosi però alle normative igienico sanitarie previste».