«In guerra almeno si usciva»

La vita all’epoca del coronavirus è dura per tutti. Fin qui, non ci piove. È interessante, semmai, ascoltare il parere di chi, per motivi anagrafici, ne abbia viste tante nel corso della propria vita. Emerge così un micro spaccato di vita quotidiana ai tempi del Covid-19, fra ansie e timori, che non vuole essere un lamento sgangherato contro la clausura forzata, quanto piuttosto il segnale di un disagio che non dovrebbe cadere nel nulla, anche a emergenza rientrata.

«Certo che è dura non poter uscire - ammette laconico Ubaldo Gastaldi, 82 anni, molto attivo nella vita della comunità scarnafigese -. Eravamo abituati ad andare in bocciofila, al centro anziani per una partita alle carte. Mi manca persino la bici. Ora non si può fare nulla e chissà per quanto durerà. La giornata diventa triste, si rischia la depressione. Cioè di ammalarsi, in qualche modo, anche senza il virus. Mai visto una cosa del genere. Avevo 8 anni quando c’era la guerra, ma allora almeno di giorno si poteva uscire, prima del coprifuoco. Questo è peggio della guerra, perché all’epoca il nemico si vedeva».

Daniele Savona, 80 anni, fa parte del Gruppo Alpini di Scarnafigi. «Siamo tutti in isolamento, per dirla così. Cosa possiamo farci? Da mesi è tutto bloccato, mi manca trovarmi con gli altri per organizzare le cose da fare, per un pranzo insieme. L’adunata è stata annullata, chissà quando potremo partecipare di nuovo». Originario della Liguria, Savona è arrivato in paese 23 anni fa. I suoi ricordi di alpino risalgono agli anni 1961-1962, «quando il servizio militare durava ancora 18 mesi. Sono stato a Bra e poi nella caserma di Saluzzo».

Anche per lui questa emergenza è parecchio difficile da gestire: «Ho visto l’Asiatica del ’57. Colpiva i polmoni, quella era stata cattiva. Eppure non ricordo nemmeno a quel tempo una situazione del genere. Non so come potrà essere il futuro».

Si tratta di appena due testimonianze raccolte al volo, rigorosamente per telefono. Nelle prossime settimane, se possibile, si proseguirà nel racconto di questo periodo surreale calato nella storia scarnafigese.