Incassava le fatture ma non in azienda
Sei mesi di carcere e 600 euro di multa: è questa la condanna che il giudice Massimmo Scarabello del Tribunale di Cuneo ha inflitto a G.P. di Villafranca, collaboratore di un’azienda alimentare di Barge.
Stando alla ricostruzione dei fatti e all’ammissione dell’imputato, erano state incassate una quindicina di fatture, per un totale di 4500 euro, che il dipendente avrebbe trattenuto senza averlo comunicato al suo datore di lavoro. Con il passare del tempo il titolare dell’azienda di Barge ha chiesto a un altro dipendente di fare un’azione di riscossione crediti nei confronti di queste fatture ancora da saldare, per scoprire che i clienti avevano regolarmente pagato ma i soldi non sono mai finiti nelle casse aziendali.
Una volta scoperto l’imputato avrebbe ammesso le sue responsabilità e, con una scrittura privata, si era impegnato a restituire il maltolto.
Alle fatture si aggiungono circa 400 euro di carburante che, stando all’ammissione di un benzinaio di Villafranca, non finivano nel furgone e nell’auto aziendale, ma in quella privata del dipendente. A comprovare il fatto ci sarebbero anche i chilometri dei due mezzi che, conti alla mano, non avrebbero giustificato un consumo così eccessivo.
Nonostante la scrittura privata però la restituzione dei soldi non c’è mai stata e così il titolare dell’azienda di Barge ha portato G.P. di fronte al giudice. Il pubblico ministero aveva chiesto inizialmente 4 mesi di carcere e 400 euro di multa, ma vista la scrittura privata l’accusa ha alzato la posta: il giudice ha quindi deciso per 6 mesi di carcere e 600 euro di multa.