Infrastrutture in Piemonte

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Infrastrutture in Piemonte al centro dell’attenzione. Se ne è occupata nei giorni scorsi anche il ministro Paola De Micheli a confronto con le istituzioni dei vari territori.

Si è parlato di tre questioni principali: il completamento dell’Autostrada Asti-Cuneo, il ripristino della viabilità del Colle di Tenda colpito dall’alluvione di inizio ottobre e la ricostruzione del ponte di Romagnano Sesia, a sua volta distrutto dalla furia del maltempo.

Per quanto riguarda l’Asti-Cuneo «Per completare tutta la parte autorizzativa per l’apertura del cantiere – ha confermato il ministro De Micheli - firmo il decreto interministeriale, che sarà controfirmato dal Ministro dell’Economia. Sottolineo la richiesta molto forte da parte dei parlamentari di poter seguire i tempi autorizzativi delle opere connesse alla realizzazione dell’autostrada. Per questo abbiamo previsto per la definizione più puntuale, sia delle opere connesse alla realizzazione dell’autostrada, sia dei tempi del cantiere, una metodologia già utilizzata: chiederemo ai Prefetti di convocare dei Tavoli alla presenza del concessionario, delle istituzioni regionali e comunali per poter valutare l’impatto delle attività».

Nel corso dell’incontro è emersa la richiesta del territorio per l’accesso gratuito agli ospedali di Alba e Bra dall’autostrada, ma è prematuro condividere con positività in quanto mancano i dettagli di pedaggiamento e il confronto con il concessionario.

Ha commentato il governatore Alberto Cirio: «Il territorio sopporterà volentieri i disagi per l’apertura dei cantieri dell’Asti-Cuneo, perché da 30 anni soffriamo quelli dovuti alla mancanza della strada e nei decenni passati non si è visto aprire nessun cantiere. Sono convinto che quando i cittadini li vedranno partire avranno un’iniezione di fiducia. L’accordo con la società Asti-Cuneo garantisce, inoltre, che non si pagherà il pedaggio per raggiungere il nuovo ospedale di Verduno, principio fondamentale per tutto il territorio di Alba, Bra, Langhe e Roero. Rimane aperto il tema delle opere di accompagnamento. La conferenza dei servizi che definirà il secondo lotto dovrà pronunciarsi sull’attualità di interventi definiti una decina di anni fa, e magari rimodularli in base alle esigenze che si sono nel frattempo manifestate».

Sul futuro del Colle di Tenda, devastato dall’alluvione del 2 e 3 ottobre, sul quale insistono esigenze di dialogo con la parte francese, il ministro ha sottolineato come siano emersi due elementi importanti: il primo la valutazione dell’itinerario già proposto in passato di un «Tenda bis»: «Dovremo essere pronti - ha specificato - con la valutazione e la verifica della seconda canna per fine novembre, quando faremo la proposta all’incontro intergovernativo con la Francia»; inoltre insiste il commissariamento dell’opera: «La richiesta della nomina di un commissario per il Tenda – ha sottolineato il governatore Cirio - deriva dal fatto che il ripristino del collegamento è una questione talmente delicata e complicata che necessita di una figura che possa interfacciarsi con la Francia a nome del Governo italiano. Soltanto una figura commissariale potrà garantire, anche alla luce di questa nuova ipotesi progettuale, tempi rapidi e certezza di realizzazione di un’opera fondamentale».

Riguardo il ponte crollato a Romagnano Sesia nell’alluvione, uno dei problemi principali riguarda i tempi necessari per la realizzazione di un ponte funzionale al collegamento tra le province di Novara e Vercelli, da cui discende anche la decisione del percorso da realizzare.

L’assessore Marco Gabusi ha infine spiegato: «Da un lato abbiamo la necessità della realizzazione del ponte definitivo, ammesso che ci sia la copertura economica, che potrebbe richiedere anche due anni e mezzo e dall’altro la possibilità di avere rapidamente un ponte provvisorio utilizzando una copertura sul ponte ferroviario esistente. Ma c’è anche la possibilità di un ponte a noleggio prospettata dai sindaci di Romagnano e Gattinara, certamente oneroso. In ogni caso non possiamo attendere i tempi ordinari, è necessario un percorso commissariale tipo “Ponte Morandi” che ci consenta di superare almeno le difficoltà amministrative».

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