Intervista Da una vecchia poesia nasce una nuova ballata piemontese Il maestro Galvagno dedica una canzone ai “nosti vej” gwejhg ljvwklajk
Elio Galvagno, maestro di musica e presidente dell’associazione Suzuki, in occasione della Festa della Musica 2020 ha composto una ballata a testimonianza della tragedia subita dagli anziani in questo periodo di Covid-19, affinché non venga dimenticata. La ballata “Ij nosti vej” è stata pubblicata sulle pagine social, ed è dedicata a tutte le persone anziane.
«La tragedia toccata agli anziani – spiega Galvagno - mi ha profondamente scosso: probabilmente la poesia in piemontese "I nosti vej" che mia moglie mi ha fatto vedere alcune settimane fa cercava anche me. La poesia, di cui non conosco l'autore, mi ha subito coinvolto, la metrica era già perfetta; la musica è venuta in un attimo e ho dovuto fare solo alcuni aggiustamenti. Vuole essere una ballata semplice, facile da memorizzare e che regalo a tutti. Mi sono chiesto cosa potevo fare in questa tremenda situazione da artigiano della musica, ed ecco qua una canzone».
Quando inizia il suo viaggio con la musica?
«Ho dato semplicemente seguito alla musica che è sorta spontanea dentro di me e che mi porto dentro da quando avevo 14 anni. Don Mario Peirano in un giorno d'agosto ad un campeggio a San Chiaffredo di Crissolo mi disse: "Elio, prendi la chitarra ! "; io risposi “ma guarda che non so suonare"; Don Mario però insistette e fu così che iniziò il mio cammino con la musica».
Fabio Concato ha composto una canzone in dialetto lombardo proprio di questi tempi.«Non so quali siano state le motivazioni che hanno portato il noto cantautore milanese Fabio Concato a comporre una bellissima canzone dedicata alla tragedia patita dagli anziani in questa pandemia, scegliendo il dialetto lombardo. Per parte mia ho scelto il dialetto di Saluzzo perché in questa lingua ci sono le mie radici e con essa sentivo di poter esprimere più profondamente quanto provato».Cosa esprime questa poesia?
«Il testo inizia illustrandi i valori più comuni degli anziani, valori universali; passa poi a narrare la triste condizione che alcuni di loro sono stati e sono costretti a vivere. Il protagonista sembra riuscire a riemergere con tutta la sua gioia di vivere, ma è un momento che dura poco: alla fine viene travolto dalla pandemia e da tutto quel che è successo nei giorni più bui di questi mesi. In questa poesia si racconta di un anziano che ha fatto la guerra, che ha vissuto nel periodo del boom economico facendo tanti sacrifici, che è invecchiato ma che sa amare e sa ancora giocare».
Nel testo si parla anche di residenze per anziani.«Si. Nella poesia l'autore parla dei maltrattamenti che gli anziani a volte subiscono all'interno delle Rsa: ma io voglio sottolineare la riconoscenza verso tutti gli operatori socio sanitari che in questo periodo sono stati e sono in prima linea accanto agli anziani. Lo Stato per fortuna è quasi sempre forte nell'isolare e condannare tali violazione dei diritti umani».