«Io, raggirata in casa Rubati 60 mila euro» Quel

«Io, raggirata in casa Rubati 60 mila euro» Quel
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Un brutto episodio di raggiro agli anziani riaccende i riflettori sul problema. Dopo diversi episodi della "truffa della cavagna" (un sedicente agricoltore carica della frutta o della verdura, che si rivelerà poi marcia, nel baule di un presunto amico, chiedendo qualche euro in cambio della cassetta), questa volta a farne le spese è stata un gentile signora residente a Verzuolo. E il bottino è ben più ricco: circa 60 mila euro. Ma non è tanto per il denaro o i preziosi che la donna è dispiaciuta (non a caso questo episodio è venuta allo scoperto solo dopo diverse settimane) quanto per il valore affettivo di tanti cimeli che le ricordavano il marito campione di bocce.

Ecco il racconto di quel giorno: «Rientrata dal mercato, sono uscita sul balcone e guardando giù ho notato una donna che mi faceva cenno con la mano. Dicendomi che veniva dal Comune di Verzuolo, mi ha chiesto di entrare in casa. I suoi modi gentili mi hanno ben disposta, mi sono fidata, felice di interloquire con qualcuno. La donna mi ha avvertiva che da lì a poco ci avrebbe raggiunto un suo collega, anch'egli dipendente del municipio. I due, con cordialità e tatto mi hanno domandato se avessi avuto denaro o oro in casa, adducendo a pretesto i furti avvenuti in zona e il via-vai di stagionali della frutta in paese. Ero persuasa delle loro buone intenzioni e ho svelato tutti i nascondigli. I soldi della pensione nel comò, gli ori di casa e poi tutto quel che mio marito in 87 anni di vita aveva guadagnato partecipando, e spesso vincendo, alle gare di bocce organizzate in tutta la provincia».

Si tratta di medaglie e ori di varia natura: un piccolo tesoro. Circuendola i due si sono fatti consegnare tutto quanto. Rimane il cassetto vuoto, i risparmi di una vita andati in fumo e l’amarezza condita dalla disperazione. Quale tattica possano usare per carpire i segreti nascosti nell’animo più profondo e in che modo possano farli emergere, questi loschi individui, questo non è dato sapersi. Come possano raggirare, truffare, imbonire una persona anziana, questo noi non riusciamo a immaginarlo, Ma c’è chi studia in profondità la psiche delle persone, spesso le segue per carpirne parentele, affinità, gusti, segreti e di questi raggiri ne fa addirittura un’arte.

Conclude, in un velo di vergogna e tristezza la verzuolese: «Rimane il rimpianto, il ricordo delle gare alle bocce, della giovinezza, dei tempi felici. Il senso di colpa mi attanaglia, mi sento privata della dignità. Ho paura del futuro, del domani incerto, provo sfiducia nei confronti delle persone».

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