L’analisi a Berlino del presidente di Confagricoltura «Senza giusto prezzo non c’è produzione L’Italia deve fare come Spagna e Francia»

L’analisi a Berlino del presidente di Confagricoltura «Senza giusto prezzo non c’è produzione L’Italia deve fare come Spagna e Francia»
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«Siamo uno dei principali produttori di ortofrutta al mondo, al sesto posto per l'export, con una quota del 4,3 per cento del mercato, seguiti da Belgio, Turchia, Germania e Francia» ha dchiarato a Fruit Logistica il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, aggiungendo altri dati significativi: «In Italia il comparto costituisce un quarto del valore della produzione agricola nazionale e rappresenta il 20 per cento della spesa alimentare. L'ortofrutta Made in Italy è la prima voce dell'export agroalimentare italiano, con la Germania che è il principale mercato europeo di sbocco per i nostri prodotti».

Per sostenere il settore, ha sottolineato Giansanti parlando all’Italia Fruit Village cuore della presenza tricolore a Berlino, «all’agricoltura italiana serve un progetto strategico che coinvolga tutti gli attori della filiera agroalimentare, in particolare quella ortofrutticola».

Entrando nel merito del tema più caldo, quello della concorrenza, Giansanti ha affermato: «Ben venga anche la normativa contro le pratiche sleali e una verifica, ed eventuale aggiornamento, dell’art. 62, ma un punto da tenere in altrettanta considerazione è come si distribuisce il valore aggiunto lungo la filiera che vede negli agricoltori l’anello più debole».

Ribadendo un suo cavallo di battaglia, il presidente di Confagricoltura ha poi aggiunto: «In una filiera che deve dimostrare di essere sostenibile, in cui tutti siamo chiamati a dimostrare come produciamo, serve parlare di giusto prezzo da riconoscere al produttore, un prezzo minimo che non possa andare al di sotto dei costi. Questo percorso di filiera va valorizzato. È già stato adottato dalla Spagna ed è in fase di adozione di Francia. Urge una legge anche in Italia per fare sì che il passaggio successivo sia quello di una discussione europea».

Anche l’aggregazione commerciale della base produttiva italiana, pur cresciuta sino al 50 per cento, deve aumentare ancora «perché questo livello, pur alto, non è ancora sufficiente a riequilibrare i ruoli di forza del mercato».

Interessante l’intervento nel dibattito di Marco Salvi, presidente di Fruitimprese: «Per provare a cambiare mentalità è fondamentale che ognuno nella filiera torni a fare il suo ruolo. Non possiamo, noi produttori, essere compartecipi dell’attività di vendita e non avere benefici. Ognuno deve tornare a svolgere il proprio ruolo».

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