L’anima della sinistra saluzzese

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Addio a un saluzzese “speciale”. Gigi Ferraro, bancario del San Paolo in pensione, politico appassionato e amministratore pubblico, è mancato giovedì scorso a 77 anni lasciando un’impronta profonda nella sua “comunità”, quella della sinistra plurale che supera i recinti di partito. Da tempo lottava contro il morbo di Parkinson e da tre anni era ospite del Tapparelli.

Lascia la moglie Marcella Risso, assessore comunale per due mandati, i figli Carlo e Anna e il fratello Franco, con le nipoti Giovanna, Giulia e Chiara. La famiglia ha organizzato le esequie con rito civile, sabato alla Musso. Dice Marcella: «Gigi aveva pensato fin dal 2007 alla sua morte e al suo funerale... È stato un uomo di grande fede in Gesù ma ormai da tempo lontano dalla Chiesa che pur era stata il riferimento della sua giovinezza. Quante volte quando era ricoverato in ospedale abbiamo pregato insieme leggendo i Salmi...».

Nativo di San Damiano Macra, ha vissuto dopo l’infanzia a Saluzzo, diventando un punto di riferimento di quel “popolo della sinistra” che metteva nel mirino il potere democristiano e liberale, nonché la Chiesa ancora trionfante di quel periodo. Gigi non faceva sconti e a sua volta veniva bollato come catto-comunista e profeta della “setta” che si coagulava attorno ai cristiani per il socialismo e che aveva il suo megafono ne “La Pagina” diretta da Fausto Lamberti.

A metà degli anni ’70, Ferraro era stato tra i promotori di una Comunità di base a Saluzzo, “Ricerca”, un gruppo che si riuniva sotto la guida di don Franco Barbero, il “prete ribelle” di Pinerolo poi ridotto allo stato laicale da Papa Giovanni Paolo II nel 2003. Consigliere comunale dal 1980 al 1990 nella lista Democrazia Proletaria- Radicali, nel 1995 aveva dato vita alla formazione civica “Insieme per Saluzzo” con candidato sindaco Anna Maria Olivero Bussi. Un’esperienza cruciale che ha generato poi la candidatura vincente di Paolo Allemano nel 1999, dando vita alla coalizione “Città da Amare”.

Più che un leader, Ferraro è sempre stato un uomo di riflessione e di cultura. E proprio in questa direzione aveva dato vita all’associazione Giorgio Biandrata.

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