L’appello degli asili nido privati «Fateci lavorare con i vostri figli»

L’appello degli asili nido privati «Fateci lavorare con i vostri figli»
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La scuola dell’Infanzia, almeno per ora, non riaprirà. Stop alla sperimentazione che doveva partire in questi giorni, in Piemonte, con la riapertura di alcune scuole per i bambini dai 3 ai 10 anni. Nel progetto si prevedeva che gli alunni vengano seguiti da educatori e non da docenti, puntando a fornire un servizio alle famiglie a seguito del ritorno al lavoro per quanti coinvolti nella Fase 2 dell’emergenza.

Le classi formate da quattro bambini per la scuola dell’infanzia e da cinque per quelli iscritti alla primaria, almeno 4-5 metri quadrati di spazio a bambino. Prevista la sanificazione quotidiana dei locali, in bagno uno per volta, rilevazione della temperatura più volte al giorno, ingressi e uscite scaglionati, pasti sigillati in confezioni monoporzione.

Intanto si parla di riapertura, per l’estate, di oratori, centri estivi, agriturismi e fattorie didattiche, si adattano cortili di scuole e parchi pubblici. E i nidi privati? Alla vigilia di nuove aperture per la “Fase 2” dell’emergenza Covid-19 Assonidi, l’Associazione degli asili nido e scuole d’infanzia privati aderente a Confcommercio, torna a chiedere con forza che ci si occupi di un settore che continua a non trovare ascolto.

«Stiamo assistendo in questi giorni a una grande mobilitazione di soggetti che gestiranno, o forse è meglio dire che impareranno a gestire, i servizi all’infanzia con le modalità di un’enorme cessione di ramo d’azienda - afferma Federica Ortalli, presidente di Assonidi - dimenticandosi che stiamo parlando di bambini. Ben venga aiutare le famiglie, ben venga andare incontro alle richieste di genitori che devono tornare al lavoro, ben venga tenere presente le esigenze dei bambini chiusi in casa da quasi tre mesi. Ma questi bambini prima cosa facevano? Dove incontravano i loro amici? E i genitori pre Covid-19 dove accompagnavano i bambini ogni mattina? All’asilo nido e alla scuola d’infanzia».

Ci sono decine di migliaia di strutture adatte a questo scopo e pronte a riaprire.

«In questi mesi - spiegano da Assonidi - abbiamo dato supporto ai genitori, teso un orecchio all’ascolto delle difficoltà delle famiglie. Oggi ci aspettavamo chiare indicazioni per poter ripartire in tutta sicurezza. Sono mesi che le istituzioni fanno progetti, stilano protocolli, istituiscono comitati tecnici sui servizi all’infanzia senza ascoltare chi rappresenta gli operatori del settore. Noi siamo i veri tecnici perché noi operiamo dentro i centri educativi senza alcuna improvvisazione, ma con programmazione, metodo pedagogico, con un protocollo per garantire la sicurezza degli educatori, delle famiglie e dei bambini».

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