L’India blocca l’import delle mele
Il blocco alle importazioni di frutta imposto dall’India sta provocando danni per 15 milioni di euro al comparto saluzzese. Le nuove disposizioni dello stato asiatico prevedono che la merce sia accompagnata da un certificato che attesti l’assenza di Ogm nei prodotti esportati. La mancanza di tale certificazione sta generando un blocco commerciale nei confronti degli operatori piemontesi, che interessa più di duemila aziende agricole. Un problema di “lana caprina”, o meglio, burocratico, perché, per legge, tutti i prodotti agroalimentari italiani sono “ogm free”.
La questione è nota dall’autunno scorso ma, mentre alcune nazioni come Polonia o Belgio si sono già mosse producendo i documenti richiesti, l’Italia tergiversa, con il risultato che, a pochi giorni dall’entrata in vigore del provvedimento indiano, il danno è già reale.
L’equivalente di 500 container carichi di mele e frutta è fermo nei magazzini dei produttori del distretto frutticolo saluzzese. Il loro viaggio via nave verso il subcontinente asiatico dura circa un mese, ma una volta attraccati a Mumbay, Calcutta o Chennai non potrebbero essere sbarcati, perché privi della certificazione che in India entrerà in vigore il 1° marzo.
Gli operatori economici del Tavolo della frutta saluzzese, insieme ai sindaci e alle organizzazioni sindacali ed economiche, chiedono con estrema urgenza che gli ispettori fitosanitari rilascino, insieme al certificato fitosanitario, anche il certificato richiesto dall’India.
Marco Rivoira, amministratore delegato del Gruppo Rivoira di Verzuolo, spiega: «Il problema non è la nostra frutta, perché tutta l’ortofrutta italiana, per legge, è “Ogm free”. Si tratta di una questione di carte bollate. Le associazioni di categoria, quelle degli imballatori e il Centro ortofrutticolo servizi, stanno sollecitando il ministero delle Politiche agricole affinché la situazione venga sbloccata al più presto».
«Auspichiamo - aggiunge Roberto Dalmazzo, dal tavolo della frutta saluzzese - che dalla Regione Piemonte parta un intervento urgente e persuasivo affinché venga superato l’inaccettabile blocco commerciale dell’ortofrutta e che la decisione sia contemporanea per tutte le regioni, affinché non produca una concorrenza sleale tra territori».