La Casa di riposo al bivio Fondazione o “azienda” paesana Entro il 2020 la Regione stabilirà la nuova forma giuridica per l’ente di via Margaria
Nei giorni scorsi il sindaco Emanuele Vaudano, quasi in segreto, complice l’ovattato clima natalizio, ha scritto a Gianpiero Borsa, Angelo Confalonieri, Carla Re, Martino Ricca e Maura Paganini - l’attuale consiglio d’amministrazione della Casa di riposo di via Margaria - per chiedere loro di rimanere al proprio posto sino al giorno in cui arriverà la delibera della Regione che stabilirà lo sttaus giuridico di questo tipo di strutture.
Una mossa, quella di Vaudano, che ha un retrogusto di inutilità (aldilà della pura cortesia istituzionale, peraltro mai sgradita), stante l’avvenuto congelamento di tutti i consigli d’amministrazione imposto dalla Regione Piemonte sino alla fine dell’anno successiva alle decisioni assunte in merito a Palazzo Lascaris. Che potrebbe essere il 2020.
Due le strade a disposizione per le tante Case di riposo sparse sul territorio regionale.
Diventare Fondazioni, enti di diritto privato per i quali sono previste appetibilissime agevolazioni a livello contabile e fiscale, oppure venire trasformate in Aziende di servizi, scelta obbligata se si ha un fatturato superiore ai 2 milioni di euro.
Una scelta che influirà non poco anche sul personale: quello in forza alle Fondazioni godrà di un contratto di diritto privatistico e le assunzioni saranno sgravate dai mille balzelli burocratici del “pubblico”; quello al servizio delle Aziende di servizi potrà essere assunto solo dopo il tradizionale concorso e potrà richiedere il trasferimento in un altro ente pubblico.
Quando la Regione avrà varato le nuove collocazioni, un’altra novità di rilievo sarà rappresentata dal fatto che - rispetto a oggi - il Comune non avrà più un aspetto predominante nel funzionamento amministrativo della struttura dal momento che al sindaco sarà concesso di nominare solo due membri del Cda (oggi ne nomina 5 ed indica il presidente). Ma questo farà parte del futuro.