La città non dimentica il 27 gennaio

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Le restrizioni per la pandemia non fermano la commemorazione per la Giornata della memoria a Saluzzo.

Ovviamente, rispetto agli anni precedenti, non ci potrà essere il coinvolgimento diretto degli studenti e l’apertura della sinagoga in vicolo dei Deportati Ebrei, ma Saluzzo non vuole rinunciare a un appuntamento che, nel corso degli anni, si è affermato come una ricorrenza sentita e partecipata.

Per il prossimo 27 gennaio il Comune, d’intesa con la Comunità ebraica di Torino e le associazioni locali, organizza un programma di celebrazioni in forma ridotta e senza pubblico, per rispettare le disposizioni anti Covid 19.

Il sindaco e i rappresentanti delle istituzioni territoriali, civili e militari, con i delegati delle associazioni combattentistiche e d’arma, si ritroveranno mercoledì 27 gennaio alle 10,30 di fronte al cimitero ebraico di via Villafalletto per la deposizione della corona d’alloro alla lapide commemorativa dei 29 ebrei deportati da Saluzzo.

La mattinata proseguirà alle 11 con la deposizione della corona d’alloro al monumento ai Caduti nei lager di piazza XX Settembre.

Infine, il programma si concluderà dalle 21 in modo virtuale con letture e musiche in tema sulla pagina Facebook del Cinema teatro Magda Olivero.

«Il 27 gennaio è una data simbolica e alla base del vivere della società contemporanea, fondata sul rispetto dei diritti dell’uomo - dice il sindaco - che abbiamo ereditato dai nostri anziani che hanno combattuto contro le dittature totalitarie e liberticide nella Seconda guerra mondiale. Proprio per questo la commemorazione non deve fermarsi, nemmeno in un periodo tragico come questo della pandemia. Così, d’accordo con gli amici della Comunità ebraica torinese e di tutte le associazioni saluzzesi, abbiamo organizzato un programma più snello e senza pubblico, ma l’invito alla riflessione è per tutti. Lo dobbiamo a chi è morto deportato, in battaglia e, adesso, alle nuove generazioni che stanno vivendo in pace e che pace e dialogo devono salvaguardare per gli anni a venire».

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