«La cultura non è fatta solo di libri e musei»

«La cultura non è fatta solo di libri e musei»
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«Nel 2023 le capitali della cultura italiane saranno Bergamo e Brescia, due città del nord e prealpine come Saluzzo. Eppure la Capitale del Marchesato si è presentata ugualmente alla corsa per il titolo del 2024, pur avendo caratteristiche simili alle due città lombarde. Perché ciò che conta, al di là del risultato finale, è il percorso di crescita culturale».

Parte da questo presupposto il concetto di crescita culturale elaborato da Pierluigi Sacco, economista della cultura, ospite venerdì del primo dei due incontri in streaming organizzati dal comitato di candidatura di “Saluzzo 2024”.

Cultura ed economia sono due concetti che, nel comune pensiero, sono difficilmente associabili: mondi diversi, visioni opposte del futuro. Ma è davvero così?

«Tendiamo a identificare la cultura con poche forme che di solito necessitano di finanziamenti pubblici, come mostre o musei - spiega Sacco, professore alla Iulm di Milano -. Sono importanti, ma sono solo la punta dell’iceberg. La cultura è profondamente legata all’economia e allo sviluppo della società».

Il professor Sacco è stato tra i primi a generare il concetto di distretto culturale evoluto. «Ora ci troviamo in una crisi pandemica - racconta -, tra i principali problemi che essa genera c’è la salute mentale delle persone. La salute ha dei costi, ma sappiamo che la partecipazione culturale incide sulla salute mentale. Chi è aperto ai cambiamenti subisce meno le conseguenze sulla salute. In termini economici è un gran investimento».

Diventa quindi fondamentale l’approccio alle idee, e un territorio marginale e montano come il Marchesato presenta diversi aspetti positivi. «La montagna è abituata a “farsi comunità” - spiega - e far circolare internamente le proprie idee. È il primo passo. Ma le nostre vallate sono spesso soggette ad attendere “l’aiuto esterno” e hanno poca predisposizione ad innovare. Bisogna lavorare in un’ottica di evoluzione, dare spazio soprattutto ai giovani».

La cultura va dunque intesa non solo come bene materiale, ma come un processo di apertura mentale. Conclude Sacco: «Nella sfida di Saluzzo a Capitale della cultura vale più il percorso dell’arrivo. Paradossalmente, se il territorio riconoscerà gli effetti economici della cultura avrà già vinto, perché cambierà il modo di approcciare le scelte sociali».

Venerdì 19 alle 17,30, secondo incontro, dal titolo “Le nuove sfide dei territori: pianura, montagna, confini” online sulla pagina Facebook SaluzzoMonviso2024.

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