«La Dad in valle è un vero calvario»
La scuola, stando a quanto garantito dal governo, dovrebbe ripartire il 7 di aprile. Ma questa speranza non basta ai tanti genitori che, da mesi, contestano la didattica a distanza e le scelte della politica, che finiscono per penalizzare sempre le famiglie e i ragazzi.
Non a caso domenica a Saluzzo è stata organizzata una manifestazione anti-dad, collegata al circuito nazionale di simili eventi di dissenso pacifico, che hanno investito tante piazze italiane. Tra le anime della protesta più arrabbiate saluzzese c’era Cristina Bianco, mamma di due gemelli di prima elementare residente a Martiniana Po. Abbiamo raccolto la sua esperienza.
Per quale motivo è scesa in piazza contro la Dad?
«Protestiamo per ciò che abbiamo dovuto subire fino ad ora. A Martiniana siamo 720 anime, le classi nella scuola sono miste, ma fortunatamente la didattica veniva strutturata per fasce di età. Tutto è stato organizzato nel migliore dei modi. Le maestre hanno lavorato bene».
Allora dov’è il problema?
«È di natura tecnologica e riguarda molti paesi periferifici. I miei due bambini essendo gemelli, lavoravano su un solo pc. Noi abbiamo una buona connessione a internet, cosa che invece non hanno il comune e la scuola, pertanto la linea spesso salta, interrompendo la didattica. Fare lezione in un ambito di continuo disturbo è improponibile».
I bambini lo hanno patito?
«È avvilente nel momento in cui un bimbo ragiona e parla, vedere che salta la linea. L'alunno deve ripetere due o tre volte le cose alla maestra, con costanti problemi di audio, sincronizzazione e linguaggio».
Questa è quasi una battaglia delle aree svantaggiate, quindi...
«In effetti non è un problema solo di Martiniana, ho letto che è piuttosto diffuso in tutta la vallata. Ma non parliamo di massimi sistemi: qui il punto è che quella che stiamo facendo non è più scuola».
Ovvero?
«La scuola è in presenza, la scuola è seduti al banco con le proprie maestre di fronte. In Dad manca completamente il lato umano, lo scambio interpersonale che nei primi anni di formazione è fondamentale».