La meccanica agricola “Made in Granda” da record nel 2020 grazie all’innovazione

Il cuore della meccanica agricola del Piemonte continua a battere forte. Il 2020 ha fatto segnare numeri record nel comparto, confermando il settore al primo posto in Italia per immatricolazioni di trattori e mietitrebbie e al secondo, alle spalle del Veneto, per i rimorchi agricoli. Non solo, la nostra, è l’unica regione in cui tutti i dati relativi alle immatricolazioni sono in aumento rispetto al 2019.

Il comparto, insomma, continua a crescere nonostante l’impatto del Covid, con tutte le complicazioni connesse alle normative sul lavoro e al commercio.

«Il Piemonte, e soprattutto la provincia di Cuneo - sottolinea Luca Crosetto, presidente di Arproma, l’associazione che raggruppa i produttori di macchine agricole della provincia di Cuneo - hanno risposto bene alla crisi non ne hanno subito gli effetti. Sono la testimonianza di un territorio che ha una vocazione molto forte all’innovazione, perché qui convivono le aziende agricole e le imprese produttrici di macchine agricole. La prossima sfida sarà ora quella di sopperire alla scarsità di materie prima».

Secondo i dati del ministero dei Trasporti, dalle 250 aziende del settore in Piemonte (la maggior parte concentrate nella provincia di Cuneo), nel 2020 sono stati immatricolati 2348 trattori, ben 471 in più rispetto all’anno precedente, con un incremento del 24,6%. Le trebbiatrici immatricolate sono salite invece da 53 a 73, con un balzo percentuale di 37 punti. Numeri simili per i pianali di carico, saliti da 54 a 76, per i sollevatori telescopici (da 123 a 160). In aumento, infine, anche i rimorchi agricoli: nel 2020 ne sono stati immatricolati 975, 24 in più dell’anno precedente.

In Piemonte sono oltre 5.500 gli addetti che lavorano nel comparto. L’83% delle aziende esporta i propri macchinari anche sul mercato dell’Unione Europea.

«Altro aspetto importante da sottolineare - conclude Crosetto - è quello legato agli incentivi sulle detrazioni fiscali del provvedimento Industria 4.0 e da un Piano di sviluppo rurale 2014-2020 che premiava l’innovazione delle aziende agricole».