«La nostra gente è stata magnifica»

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La crisi economica che ha travolto il settore turistico e il mondo della ricettività (bar, ristoranti, alberghi e B&B, normalmente presi d’assalto nei mesi estivi) rende necessario correre ai ripari con misure d’urgenza e liquidità immediata. Per questo, guardando ai bilanci dei comuni, soprattutto quelli più piccoli e in quota, qualcuno ha cominciato a pensare che, in questa fase di interdizione, potrebbe essere utile coinvolgere nel programma di sostegni anche il Bacino imbrifero montano. Un ente che, distribuendo i sovracanoni derivanti dalla produzione di energia idroelettrica locale, contribuisce in modo decisivo ai bilanci dei Comuni montani e rappresenta una stampella prezosa per quelli di minori dimensioni.

Abbiamo sentito il presidente del Bim, Marco Margaria (che è anche vicesindaco di Paesana) per capire quali strumenti si possono attivare in questa fase e quali sono le prospettive per il capoluogo dell’alta valle.

Margaria, il Bim è un piccolo “bancomat” della valle. Avete pensato di cambiare le destinazioni dei vostri interventi, visti i riflessi della pandemia?

«Io ho alcune idee e credo che qualche misura potremo attivarla. Occorre però ricordare che il Bim non è un ente esclusivamente montano: coinvolge diversi comuni dell’asse del Po fino alla pianura e paesi di bassa valle come Piasco, Verzuolo, Revello, in tutto 16 municipi. Quindi su ogni provvedimento a favore dei paesi a vocazione turistica dovranno essere d’accordo tutti gli amministratori».

I piccoli Comuni pagheranno cara questa crisi? Ci sono vie d’uscita?

«Ogni paese ha una sua storia, bilanci e opportunità differenti. E farà le sue valutazioni sul proprio destino. Ma certamente le piccole realtà hanno costi di mantenimento troppo alti per le risorse che hanno a disposizione. Io sono un sostenitore delle fusioni intelligenti, come quella che ha permesso a Castellar e Valmala, inglobandosi rispettivamente con Saluzzo e Busca, di poter uscire dall’angolo e fare investimenti prima impensabili».

Parliamo di Paesana: come avete vissuto con la nuova giunta questi mesi?

«Ho percepito uno slancio di umanità e solidarietà incredibile. Ho visto decine di volontari dedicarsi agli altri, con spirito di servizio. Una grande risposta di comunità. Senza questo generoso esercito, il Comune da solo non avrebbe potuto ottenere certi risultati, riconosciuti dai cittadini stessi».

Idee per i vostri locali pubblici?

«Venerdì scorso ho fatto un sopralluogo in tutti i bar e le trattorie di Paesana. Abbiamo deciso di dare l’opportunità di raddoppiare la parte esterna, i dehors, senza aumentare il costo del plateatico. In questi giorni abbiamo valutato metrature disponibili e ricevuto le richieste degli esercenti. L’obiettivo è far lavorare queste attività per riportare il dinamico viavai che da sempre caratterizza il nostro paese, con una storica vocazione turistica».

In fase di insediamento nel Bim si parlò del progetto di una centralina per poter aumentare la redditività del vostro ente. A che punto siamo?

«Ci ispiriamo al modello trentino e valdostano dove i Bim gestiscono direttamente buona parte delle centraline e quindi, oltre ai sovracanoni, introitano l’intera quota della vendita di energia: un bottino invidiabile! Con una nostra centralina si potrebbero aumentare gli utili. L’attesa è dovuta alla valutazione, ancora in corso, di almeno tre progetti, molto diversi tra loro anche per la morfologia del territorio. Stiamo cercando di capire quale soluzione possa essere la miglore».

Da imprenditore, ha capito dove stiamo andando?

«No, è presto per fare previsioni. Lo Stato fa quello che può, occorre premunirsi per anticipare il futuro. Percepisco una generalizzata buona volontà: imprenditori e artigiani non cercano l’elemosina ma vogliono tornare a lavorare. Io credo che condonando i “mesi bianchi” e abbattendo le imposte sui periodi senza attività si possa dare una prima risposta».

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