La Orsi di Manta è fallita, a casa 29 operai L’ad: «Periodo nero dopo 60 anni di storia»

La Orsi di Manta è fallita, a casa 29 operai L’ad: «Periodo nero dopo 60 anni di storia»
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Lunedì mattina il giudice del tribunale di Cuneo Rodolfo Magrì  ha sancito il fallimento della Orsi Srl, aziende specializzata nella lavorazione e commercializzazione del ferro, con alla spalle una storia di 60 anni.

Dieci anni fa il sogno di un impero della metallurgia nazionale nato dal sodalizio con la MP della famiglia Ferrero di Torino. Poi il tentativo di riacquisire i propri stabilimenti di Manta e Chiusavecchia (Imperia), con l’obiettivo di sfruttare una fase produttiva del mercato. Nel 2017 una serie di fallimenti tra i clienti vanno a creare perdite importanti , difficili da riappianare. Con l’omologa del concordato in continuità, il giudice dà il via libera un nuovo piano industriale per il rilancio dell’impresa e un piano di rientro dei debiti.

A inizio 2020 si era in procinto di chiudere importanti commesse, ma la pandemia ha bloccato tutti i progetti.

Nel dicembre 2020 la relazione del commissario conferma che la Orsi, complice anche la crisi sanitaria, non è in grado di rispettare quanto previsto dal piano presentato.

In questi due anni sono stati comunque garantiti gli stipendi per ogni mensilità a tutti gli operatori rimasti in Orsi. Al momento tra Manta e Chiusavecchia gli addetti sono 29, tutti in cassa integrazione.

Mauro Orsi, cosa rappresenta per voi questo fallimento?

«Mio figlio, con saggezza, mi invita a vederlo come un cambiamento. Attraverso il quale spogliarci di un lavoro che io e i miei fratelli abbiamo avuto cucito addosso fin da piccoli e che è diventata la vita nostra e delle nostre famiglie. Quando il tuo nome è legato ad un’azienda se devi chiudere ti cade il mondo addosso: tutti e tre ci stiamo reinventando imprenditorialmente. Ma siamo ottimisti, ci sono comunque note positive».

Ad esempio?

«Mio padre, il fondatore della Orsi ferro, mancato nel luglio scorso, non ha dovuto assistere a questi difficili momenti. Quello che lui ci ha trasmesso è il valore della famiglia: la difficoltà ci ha unito tra fratelli e come coppie. E il suo esempio ci ha trasmesso la creatività, il coraggio e la tenacia. Questi sono doni che restano in noi e da cui ripartire per ricominciare ad affrontare le nuove avventure che si presentano».

Rimpiange qualcosa?

«Per 40 anni abbiamo avuto una crescita costante, difficile prevedere i trend negativi degli ultimi anni. Non mettendo mai in discussione la forza lavoro, ci siamo rialzati confinando in nuove opportunità. Abbiamo forse ingenuamente sperato di ovviare con la dedizione a numeri che, se valutati a freddo, avrebbero suggerito altre decisioni».

E ora?

«Ci auguriamo che dalle ceneri possa rinascere qualcosa di nuovo che dia continuità a quanto creato negli anni. Sono stato coinvolto nel gruppo “Antenne di ascolto” che ha l’obiettivo di essere umanamente vicino ad imprenditori che si trovano in difficoltà. Ho sperimentato personalmente quanto sia importante essere stretti in un abbraccio in momenti difficili. Questa esperienza mi ha reso più sensibile».

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