La pandemia “congela” le imprese
Il 2020 si chiude con una flessione del numero di aziende iscritte alla Camera di Commercio.
Nel periodo gennaio-dicembre 2020 la Camera di commercio di Cuneo riporta la nascita di 2.944 nuove iniziative imprenditoriali, 584 in meno (-16,6%) rispetto all’anno precedente, e 3.352 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), 796 in meno (-19,2%) rispetto al 2019.
Il calo significativo, sia sul fronte delle nuove iscrizioni sia su quello delle cessazioni, riflette la fase di incertezza e di stallo attraversata dal Paese e dagli imprenditori che vivono in una condizione di continua attesa sull’evolversi della situazione e del miglioramento dell'emergenza sanitaria.
Queste dinamiche hanno consegnato un saldo negativo a fine anno di 408 unità, corrispondente ad un tasso di crescita del sistema imprenditoriale cuneese del -0,61% (-0,91% nel 2019).
Lo stock di imprese a fine dicembre 2020 scende a 66.423 sedi, mentre sono 80.994 le localizzazioni (comprensive di unità locali; erano 81.787 a fine 2019).
Sottolinea il presidente camerale Mauro Gola: «Il forzato rallentamento delle attività in molti settori economici imposto dalle misure restrittive si riflette sulla contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese registrate nel 2020, per quanto si dovranno attendere le risultanze del primo trimestre dell’anno in corso per quantificare l’entità degli effetti indotti dalla crisi pandemica sul tessuto produttivo. Oggi la Camera di commercio si pone al fianco del sistema imprenditoriale, pesantemente colpito dai provvedimenti di chiusura, per sostenerne le legittime richieste di certezza sulle prospettive di ripartenza, programmando riaperture in sicurezza».
Il tasso di crescita della provincia di Cuneo (-0,61%) risulta più critico rispetto a quello regionale (-0,23%) e in controtendenza rispetto alla media italiana (+0,32%).
Il risultato meno confortante è riportato dalle ditte individuali (-1,08%) che costituiscono il 62,5% delle imprese provinciali, seguite dalle società di persone (-1,03%).
A pagare le maggiori conseguenze è il commercio che registra una flessione dell’1,59%. A seguire l’industria in senso stretto (-1,38%), l’agricoltura, che rappresenta il 28,8% delle aziende della Granda (-1,33%) e le costruzioni (-0,61%).