La polemica coinvolge i giostrai (spostati sul lungo po) e divide i commercianti Boom di turisti nell’estate paesanese Ma la festa patronale è un mezzo flop

La polemica coinvolge i giostrai (spostati sul lungo po) e divide i commercianti Boom di turisti nell’estate paesanese Ma la festa patronale è un mezzo flop
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L’estate volge al termine. Resterà agli archivi come una stagione turisticamente ricca di presenze (e incassi), una delle migliori degli ultimi trent’anni, sebbene non tutto sia filato via liscio.

La festa patronale di San Bernardo, ad esempio, passerà agli annali come la più “triste” degli ultimi 50 anni. Per rendere chiaro quanto scriviamo, è sufficiente lasciar parlare ancora una volta i numeri: alle 16,30 del lunedì pomeriggio, giorno tradizionalmente dedicato ai bambini, dei 4 mestieri presenti sulle piazze, 3 erano chiusi per mancanza di clienti e il quarto, aperto, faceva divertire soltanto una bambina di 5 anni.

Dire che tutto questo possa essere ricondotto al caos scatenatosi in paese per l’installazione del luna park per una ventina di giorni, sarebbe ingeneroso ma non del tutto sbagliato, specie se proiettato in chiave futura. Sarà compito del Comune ricostruire quell’armonia fra commercianti, oggi sfilacciata più che mai.

Da una lato ci sono i giostrai, confinati sul Lungo Po che non hanno potuto occupare piazza Vittorio Veneto (che ospita il mercato) e neppure piazza Statuto, per la diffida del titolari di un albergo cittadino.

Dice un giostraio: «Mai più un altro agosto così, relegati in un prato (per di più circondato dalle erbacce, ndr) di una zona difficile da frequentare. Noi abbiamo lavorato giorni interi per incassare 20 euro, ma ad altri colleghi è andata pure peggio».

La vicenda ha immediatamente invaso i gruppi social ed ha spinto i titolari della struttura ricettiva a rivolgersi a un legale che ha parlato di «inaudita gravità delle affermazioni rese», sostenendo che «il luna park permanente piace a tanti, ma non può, per sua natura, piacere a tutti». Il luna park permanente non è certo l’unico a sottostare a questa regola non scritta. Usando lo stesso metro, si finirebbe con il mettere al bando gran parte delle serate della Pro loco. «Se questa parte di Paesana non ci vuole, ne trarremo le dovute conseguenze e non verremo più» spiega il giostraio.

Evidente che il “piano” del Comune non ha funzionato secondo le aspettative. Una storia nata male e finita peggio. E dire che un gruppo di commerciati, che si affacciano sulla stessa piazza Statuto, si era fatto sentire inviando in municipio una missiva, in cui si riteneva «essenziale avere all’interno del paese una forma di intrattenimento che possa mantenere vivo l’interesse commerciale». E in questo senso le giostre rappresentano «la proposta più varia», ferma restando «la centralità del loro posizionamento in piazza Statuto».

Ma il Comune ha mantenuto la sua posizione.

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