La protesta di ristoranti e bar mercoledì si trasferisce a Cuneo scontri e disordini a torino. rinaudo, ascom: «Non molliamo, sapremo riprenderci»

La protesta di ristoranti e bar mercoledì si trasferisce a Cuneo scontri e disordini a torino. rinaudo, ascom: «Non molliamo, sapremo riprenderci»
Pubblicato:
Aggiornato:

Se non è lockdown, poco ci manca. La nuova stretta del governo per tentare di arginare il contagio da coronavirus rischia di far saltare il banco in diversi settori, e sfocia in proteste in ogni angolo d’Italia.

Mercoledì mattina (28 ottobre), a Cuneo, una cinquantina di ristoratori e altri rappresentanti del mondo dello spettacolo (scuole di danza e discoteche, ad esempio), provenienti da diverse città della provincia e anche da Saluzzo, si troveranno per un flash-mob di protesta contro le ultime restrizioni per il covid sulle loro attività. si tratta di un'iniziativa lanciata da Confcommercio a livello nazionale a cui ha aderito anche Cuneo, con il benestare della questura. I cuochi e gli altri operatori, si presenteranno in abiti da lavoro neri in segno di lutto.

Diversi i saluzzesi che lunedì sera hanno preso parte alla manifestazione di Torino, sfociata in disordini e cariche della polizia.

Marco Lusso, pasticcere di Barge, sottolinea: «Era una serata bellissima, con tante famiglie. Nessuno aveva intenzioni cattive. Il clima è stato rovinato da pochi facinorosi, estranei alla protesta, che hanno sfruttato l’occasione per creare disordini. Certo, la situazione è critica, gli animi erano molto caldi, perché c’è chi ha investito i risparmi di una vita nell’azienda. Non si capisce inoltre perché il Dpcm colpisca solo certe categorie. L’intera economia è circolare, quindi tutte le categorie dovrebbero essere lì a far sentire la propria voce».

Danilo Rinaudo, presidente dell’Ascom Saluzzese, aggiunge: «La situazione è difficile, ma è nostro compito lavorare sul lungo periodo, cercando di infondere messaggi di fiducia. La chiusura dei centri commerciali nei weekend deve essere vista come un’opportunità per i negozi di vicinato. Ma bisogna fare squadra. L’ultimo Decreto ha toccato bar e ristoranti, imponendo chiusure drastiche che non tengono conto di cosa significhi per un’attività: chiudere un ristorante alle 18 vuol dire che non si può aprire. Vedo un’opportunità nell’asporto, ma il momento è complicato. Però sono contento della reazione degli associati saluzzesi. Dopo i primi messaggi di protesta, ora si stanno rimboccando le maniche per ricalibrare l’offerta». Alcuni negozianti hanno proposto di cambiare orario di apertura per tutte le attività commerciali, spostando le aperture pomeridiane dalle 14,30 alle 18,30, come segnale di unità.

«Ci stiamo pensando - conclude Rinaudo -. Sentiremo i diversi referenti, anche se comprendiamo che molti clienti sarebbero in difficoltà perché l’orario del loro lavoro solitamente termina dopo le 18».

In città e nel Saluzzese intanto il virus continua a correre. Dai 55 casi della scorsa settimana, Saluzzo ha superato ora quota 200, con altre centinaia di persone in quarantena fiduciaria. Difficoltà nelle scuole, soprattutto per l’isolamento dei professori, che costringe i dirigenti ad adottare la didattica a distanza o ricorrere alla supplenze. Si ferma anche lo sport: per il calcio, gioccherà solo il Saluzzo in serie D.

Archivio notizie
Ottobre 2024
L M M G V S D
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
28293031