La scritta di Mussolini spacca Scarnafigi
Tra via Umberto I e via XXIV Maggio - all’ingresso da Monasterolo - è tornata a campeggiare la scritta “Camminare, costruire e, se necessario, combattere e vincere”. È l’estratto del discorso pronunciato da Mussolini in occasione del decennale della Marcia su Roma, uno dei tanti motti di propaganda del Ventennio riprodotti a caratteri cubitali in quasi tutti i centri abitati.
In paese, questi lavori di restauro hanno suscitato non poche polemiche. Negli ultimi giorni è circolata una ridda di ipotesi sull’opportunità del lavoro, sulla sua genesi e sulla committenza. L’intervento rientra in un pacchetto di 15 opere censite, a suo tempo, da una ditta di restauri torinese su incarico del Municipio. Per risalire alle fonti bisogna tornare indietro all’8 febbraio 2016, quando la giunta Ghigo approvò con delibera «lo studio di fattibilità predisposto dall’Ufficio Tecnico comunale inerente il restauro di affreschi ed edicole murali». Seguì una determinazione dello stesso Ufficio tecnico, il 16 maggio seguente, nella quale, fra l’altro, veniva chiarito che fosse «necessario avvalersi della collaborazione di un restauratore per lo svolgimento dell’incarico di progettista ai sensi del d.lgs. 50/2016 ai fini dell’acquisizione del parere della Soprintendenza per i beni artistici del Piemonte», con contestuale affidamento dello studio per un importo pari a 4.636 euro.
Il 4 agosto, quindi, un’ulteriore delibera di giunta approvò in linea tecnica il progetto, datato giugno 2016, riguardante i lavori di “Restauro affreschi ed edicole murali del concentrico”. Il documento venne trasmesso alla Soprintendenza che diede parere favorevole. Fin qui, i passaggi formali della questione. Semplificando, un censimento di manufatti del centro (14 affacciati su strade o piazze pubbliche, uno nell’interno di un cortile), con schede tecniche di riferimento e previsioni di costi. Da lì in avanti, al momento non è stata trovata traccia di discussioni in sede di Consiglio nel merito delle opere censite, né tanto meno sull’opportunità di svolgere determinati recuperi.
A settembre di quest’anno, risultavano restaurati lo stemma del Comune (finanziato dall Fondazione Cr Saluzzo) e due opere di carattere storico-religioso (una presente sull’attuale Casa parrocchiale e una sulla Chiesa di piazza Ospedale), con il contributo del Lions Club Scarnafigi-Piana del Varaita.
Come e perché, allora, dopo una lunga pausa l’iter dei restauri è ripartito proprio con la frase del Duce? A spiegarlo è il sindaco Ghigo: «Lo studio, commissionato nel 2016, voleva portare alla creazione di un percorso per raccontare la storia del paese, nel bene e nel male. Dal momento che il Municipio non finanzia i lavori, occorre reperire degli sponsor. Di recente si è fatto avanti un soggetto privato, che non voglio citare per rispetto della sua privacy, per pagare il recupero della scritta di via Umberto I, così il Comune ha dato il via libera ai lavori. Per i manufatti che insistono su proprietà private, come in questo caso, a suo tempo avevamo già chiesto le autorizzazioni agli interessati per poter eventualmente procedere».