La Tonda è la più ricercata
Nel 1835 Giovanni Eandi, compilando la sua Statistica della provincia di Saluzzo, illustrava le specie arboree da frutto allora coltivate. Fra queste, citava espressamente l’albicocco, distinguendo la produzione “di collina” da quella “di pianura”. E’ infatti sui declivi più assolati, che la succosa albicocca Tonda di Costigliole - varietà autoctona di antica nobiltà - raggiunge l’apice del colore e del sapore.
Si tratta di una produzione di nicchia, legata a un preciso territorio che si estende tra Busca e Pagno, ai piedi delle colline che dalla bassa val Varaita, per poggi e balze, fanno da quinta a Verzuolo, Manta, Saluzzo per poi incorniciare la val Bronda.
In questi giorni è iniziata la raccolta. Il prodotto si presenta buono dal punto vista quantitativo, ma ottimo sotto l’aspetto della qualità, con pezzature oltre i 43 millimetri.
A impreziosire il frutto, c’è il fatto che la Tonda di Costigliole, ottima fonte di vitamina A e potassio, è utilizzata anche in trasformazioni artigianali apprezzate per l’aroma intenso. Oltre a puree, succhi e nettari, la forma rotonda e le piccole dimensioni del frutto la rendono idonea per trasformazioni di pregio quali frutti interi sciroppati o mezzene (albicocche a metà) utilizzate in pasticceria.
Da tempo è in corso l’iter per il riconoscimento Igp dell’Albicocca Cuneo, che potrebbe dare un valore aggiunto. Parte della produzione locale, circa 800 tonnellate provenienti da 120 soci conferitori, viene lavorata nella locale cooperativa Albifrutta, dove è entrata in funzione una nuova macchina per la cernita che garatnisce elevati risultati in precisione dei calibri con la massima salvaguardia in termini di qualità, elemento fondamentale per la grande distribuzione.