La truffa sanitaria tocca Verzuolo
Un milione di euro in due settimane: è il valore del bottino fruttato a un imprenditore torinese, di origini cinesi, per la truffa orchestrata ai danni di numerosi enti che, passando per il suo tramite, speravano di reperire in poche ore mascherine e vari presidi di protezione nei giorni di forte emergenza Covid-19.
Dalle carte della Guardia di Finanzia di Torino, che porta avanti l’inchiesta, risultano documenti d’importazione falsi e vari loghi di enti pubblici, anche del Cuneese.
Tra i gabbati anche la Protezione civile di Verzuolo, e i comuni di Caraglio, Dronero e Frassino, i consorzi socio-assistenziali di Cuneese e Monregalese, le Unioni montane valle Maira e valle Grana, Fondazione ospedale di Cuneo, associazione Amici dell’ospedale di Savigliano.
Solo una parte minima delle mascherine certificate finiva ai legittimi destinatari, il resto era rivenduto ad altri privati per un giro di affari imponente, ricostruito dalle Fiamme gialle. L’imprenditore importava in modo massiccio i dispositivi diventati nel tempo introvabili: è accusato di contrabbando aggravato, falso in atto pubblico, ricettazione, frode in commercio.
La truffa, pur avviata in pochi giorni, era ben orchestrata: sui documenti le mascherine erano registrate come “capi di abbigliamento” e non dispositivi di protezione individuale, per sviare i controlli. Bolle false eludevano eventuali verifiche sui destinatari, permettendo così alla merce di passare alla dogana di Malpensa, evitando i sequestri previsti dalle nuove normative per il Covid-19. Sono 40 mila le mascherine ritirate finora dalla Finanza, ma le indagini potrebbero portare a oltre 400 mila pezzi rivenduti dal 36enne a grossisti e privati.
La truffa è stata scoperta a Settimo Torinese, dove il titolare di un’azienda è nei guai per ricettazione: sugli scatoloni che distribuiva vi era la dicitura “Ospedale di Varese”, ma in realtà i presidi finivano a grossisti.