Lagnasco group e Joinfruit “sposi” Nuova tappa nell’avanzata di Barale accordo strategico Il leader di Sanifrutta regista di un’operazione che porta alla nascita di un colosso frutticolo
Non siamo ancora alle dimensioni delle formidabili organizzazioni emiliane o trentine, ma l’accordo raggiunto tra Lagnasco Group e Joinfruit pone le basi per la costituzione del primo “colosso” nel mondo frutticolo saluzzese e piemontese. Ciò almeno per numero di soci (350 fra aziende e cooperative) e quantità di magazzini di lavorazione che le due Op metteranno assieme, fra Saluzzese e resto d’Italia.
La notizia è uscita sui siti specializzati giovedì 30 aprile. L’operazione, «fortemente voluta da entrambe le società - spiega una nota - è il frutto di un lungo percorso che ha alla base radici comuni e la stessa voglia di guardare al futuro, mantenendo intatta l'identità d'origine». Detto anche che l’accordo entrerà in vigore nella prossima stagione commerciale, lo scarno comunicato non fornisce indicazioni sui futuri processi organizzativi e sui contenuti economico-commerciali, al di là dei buoni propositi sulla necessità di unire le forze per tenere il passo con il mercato globale.
Per capire le ragioni di un “patto” di portata epocale, occorre allora analizzare le vicende che hanno caratterizzato la storia recente di queste due realtà strategiche del panorama frutticolo. Lagnasco Group, fondata nel 1996 dalla preesistente Associazione produttori ortofrutticoli associati, è una cooperativa alla quale aderiscono 180 aziende agricole e due coop associate (Blu di Valle e Il Frutto Permesso). Fiore all’occhiello, il brand Eplì® nato per valorizzare le “mele buone e gentili” del territorio.
L’attuale Group è figlio della Lagnasco Frutta, cooperativa fondata nel 1968 grazie all’intraprendenza del ragionier Giuseppe Gramaglia, che raccolse attorno a sé 29 soci-pionieri. Il passaggio successivo, nel 1989, fu la fusione per incorporazione con la coop agricola Valle Po, che portò in dote lo stabilimento di Saluzzo. Negli ultimi anni Lagnasco Group ha cambiato più volte direttore, dopo la gestione di Gianmatteo Baralis che aveva investito fortemente nell’innovazione tecnologica. L’andamento altalenante dei prezzi e le ricorrenti crisi di mercato hanno poi prodotto scossoni fra i soci, alcuni dei quali si sono accasati altrove.
Joinfruit è una giovane organizzazione di produttori che ha iniziato a operare nel 2016 in 6 centri di lavorazione e rappresenta oltre 170 soci e 1700 ettari di impianti dislocati nel Cuneese, in provincia di Latina, in Veneto e in Calabria. Tra i soci originari dell’Op troviamo la capofila Sanifrutta fondata a Costigliole nel 1989 e cresciuta a Verzuolo, una creatura di Eraldo Barale. Stretti con Barale, troviamo Ponso, Trybeca, Maero Frutta, Nature Grow e Coofrutta.
Appare chiaro a tutti gli addetti ai lavori che il vero regista della nuova alleanza con l’Op lagnaschese (presidente attuale è Fabrizio Risso, dopo due mandati di Simone Bernardi, vice Stefano Marchisio) sia il potente commerciale di Sanifrutta. Cinquantenne di Falicetto dal passo felpato e di pochi proclami, Eraldo è considerato uno alla mano, capace di trattare in dialetto con i “paisan” come hanno insegnato i maestri del settore, i fratelli Michelangelo e Piero Rivoira, e il seduttivo Attilio Gullino. Non solo. Barale, per centrare il suo obiettivo di crescita, si è circondato di collaboratori scattanti e soprattutto ha ingaggiato un manager fidato come Bruno Sacchi.
Ora tra gli operatori che seguono con attenzione l’evoluzione della vicenda, c’è chi parla di un effetto-domino. «Vedrete, siamo solo agli inizi. A Saluzzo è partito il risiko della frutta».