«Lasciate in pace i produttori agricoli Sono loro che ci danno da mangiare»

«Lasciate in pace i produttori agricoli Sono loro che ci danno da mangiare»
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Tra le migliori parole sentite in questi giorni sulla situazione dell’agricoltura, che al di là della tenuta dei mercati locali registra un grosso affanno sull’export e ha davanti scenari di crisi pesante (compreso il vino), sono da registrare quelle pronunciate da un europarlamentare esperto del settore. Si tratta dell’altoatesino Herbert Dorfmann, che intervenendo al convegno (online) della Cdo Agroalimentare ha parlato fuori dai denti.

«Non è il momento di complicare la vita ai produttori, in questo momento già molto complesso. Lasciamoli lavorare in pace, senza nuove disposizioni e regolamenti europei. Tali strategie possono aspettare momenti migliori». Dorfmann è stato docente di agronomia, poi responsabile del dipartimento agricoltura della Camera di commercio di Bolzano, e infine - da tre legislature - rappresentante della Sudtiroler Volkspartei a Strasburgo e Bruxelles.

Sostiene Dorfmann: «Gli agricoltori stanno dando da mangiare a tutti, come al solito, ma ce ne accorgiamo di più in queste emergenze perché, senza di loro e senza i trasportatori, gli scaffali dei supermercati rimarrebbero vuoti. Ma è proprio in questi frangenti che dobbiamo riflettere su come migliorare il sistema nel post emergenza».

Dorfmann elenca alcuni punti cardine. Prima di tutto, l'Europa deve rimanere un mercato libero, dove l'ortofrutta italiana possa essere esportata e circolare senza limitazioni. Dopo i primi giorni di emergenza, quando alcune nazioni avevano imposto controlli così serrati da rendere lentissimo il transito, la situazione è migliorata a seguito di un deciso intervento della Commissione europea.

«Il mercato deve rimanere libero sia per l'ortofrutta (e tutte le altre derrate alimentari) sia per i mezzi tecnici. Poi abbiamo il nodo della manodopera, che sarà un problema già dalle prossime settimane. Anche in questo caso sono allo studio misure di semplificazione, ma è ovvio che le restrizioni sanitarie hanno la precedenza, rispetto al normale movimento di persone fra paesi esteri».

«L'immissione di denaro da parte della Banca europea - nota Dorfmann - è stato provvidenziale, e infatti lo spread è rimasto entro limiti accettabili. Ora però, oltre i i 36 miliardi stanziati, servono altri fondi per sostenere la ripartenza delle economie specie dei Paesi più colpiti. Non si può essere solidali nella teoria, e poi girare le spalle durante le emergenze».

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