Le Gala regine della campagna Boom tricolore delle mele bio
Sarà una campagna delle mele dai volumi analoghi a quella precedente: le stime presentate a Prognosfruit indicano una produzione europea di 10.711.000 tonnellate, in leggero decremento (-1%) rispetto allo scorso anno, ma inferiore del 10% rispetto alla media dei tre anni precedenti (con esclusione del 2017, condizionato dalle gelate).
Per l’Italia si stima una produzione di 2.079.972 tonnellate, perfettamente in linea con quella dello scorso anno ed inferiore alla media dei 5 anni precedenti (escludendo il consuntivo del 2017) di circa l’8%. Le mele tricolori biologiche segneranno un record con circa 178 mila ton, pari all’8,5% del totale, che porta il nostro Paese ad essere il primo produttore di mele bio in Europa.
POLONIA IN RIPRESA
Grande attesa, come sempre, per i numeri della Polonia: a Prognosfruit la previsione polacca è di una ripresa produttiva del 17% rispetto allo scorso anno, ma ampiamente al di sotto del potenziale del Paese, con una produzione stimata a 3.400.000 ton.
Perdono invece quote importanti della produzione praticamente tutti gli altri principali produttori: la Francia (-13%) con un raccolto non lontano da quello molto scarso del 2017, l’Austria (-17%), il Belgio (-31%), l’Ungheria, che cede addirittura il 40% rispetto alla media. E' prevista una produzione in calo anche per due Paesi decisamente rilevanti per l’export italiano in Europa, come la Germania (-4%) e la Spagna, con una riduzione prevista del 16%. Scendono l'Olanda (-14%) e il Portogallo (-15%), mentre rimane stabile il Regno Unito.
La Golden delicious cala di ben il 13%, avvicinandosi al minimo produttivo raggiunto nel 2017 e fermandosi a 1.964.000 ton. Continua a crescere (+4% rispetto allo scorso anno) la Gala, per la quale è previsto un record di produzione a 1.490.000 ton, mentre per la Red Delicious si prevede una riduzione del 3% e si stimano perdite importanti anche per la Fuji (-7%) e la Cripps Pink (-4%). Perdono volumi rilevanti Braeburn, Elstar e Jonagold, tipiche cultivar nord europee. Rispetto al 2019 fanno un ulteriore balzo in avanti del 13% le nuove varietà, che superano così le 400 mila tonnellate.
Dando uno sguardo al panorama italiano, si nota un calo del 7% per la produzione dell’Alto Adige, mentre risale del 5%, rispetto alla scorsa stagione, quella del Trentino, che rimane ad ogni modo al di sotto della media degli ultimi anni.
PIEMONTE DOPO IL TRENTINO
Continua la crescita strutturale della regione Piemonte, ormai seconda area produttiva italiana dopo il Trentino Alto Adige, grazie all’ingresso in produzione dei nuovi impianti e alle politiche di rinnovo varietale. Recuperano leggermente anche la produzione di Veneto - dove la merce destinata al fresco sarà certamente maggiore rispetto a quella dell’anno passato -, Friuli Venezia Giulia e Lombardia. Cala invece di quasi l’8% la produzione in Emilia-Romagna, colpita dalle gelate primaverili che hanno provocato danni più o meno rilevanti a seconda della varietà.
Superano ormai le 100 mila ton le cosiddette nuove varietà, che includono in modo particolare le mele club, a dimostrazione del fermento in ambito di innovazione varietale che ha visto il mondo melicolo italiano importante protagonista negli ultimi anni.