Le mele del Saluzzese ripartono per l’India

Mancano ancora i “dettagli”, ma la questione del blocco delle mele (e dell’ortofrutta italiana) in India sembra finalmente a una svolta.

Dopo mesi di impasse burocratica, giovedì scorso, nella riunione del tavolo della frutta saluzzese promossa dal sindaco di Lagnasco Roberto Dalmazzo, è stato comunicato che saranno gli uffici del Sian, il Servizio per l’igiene alimentare delle Asl, a rilasciare il certificato attestante che mele e ortofrutta italiana destinati in India sono “Ogm free”.

Il problema era sorto nell’autunno scorso, quando il nuovo piano alimentare indiano aveva stabilito che tutta la frutta importata dal Paese doveva essere geneticamente non modificata. Polonia e Belgio si sono mosse subito e hanno iniziato ad accompagnare le proprie esportazioni con il documento richiesto.

Nelle scorse settimane le Op della frutta e i consorzi degli imballatori hanno creato pressioni sul governo affinché si arrivasse ad una soluzione. Il rischio per il comparto frutticolo saluzzese era quello di dover rinunciare a 500 container di mele e 15 milioni di euro di introiti derivanti dall’export con l’India.

Spiega il sindaco Dalmazzo spiega: «Il tavolo della frutta, e altre realtà produttive del Nord Italia, hanno chiesto alle Regioni di produrre una dichiarazione di conformità, pur di accelerare il procedimento e consentire lo sbarco dei prodotti in India. Finalmente, il ministero della Salute, dopo aver dialogato con le autorità indiane, ha confermato che si farà carico della questione, incaricando i Sian al rilascio dei certificati. I produttori del distretto potranno rivolgersi agli uffici del Servizio igiene alimentare di Savigliano».

Il certificato non servirà alla partenza dai porti italiani, ma solo per lo scarico alla dogana indiana. Questo significa che la merce può essere imbarcata già nei prossimi giorni.

«Siamo soddisfatti del risultato - dice Mario Dotto, segretario di Coldiretti Saluzzo - frutto di un’azione sinergica del comparto. In questo particolare momento è fondamentale non perdere mercati, e l’India è uno di quelli potenzialmente più importanti».